All’indomani della notizia secondo cui l’ospedale di Ariano segna, a suo svantaggio, un punto assolutamente negativo, le critiche sono da considerarsi Il opportune di fronte all’incuranza dei dirigenti sanitari che lasciano che il nosocomio si vada man mano depotenziando. Eppure questa struttura resta per eccellenza e per servizi una delle migliori esistenti sul territorio. I 5 dirigenti medici che dal primo febbraio saranno trasferiti nell’ospedale Moscati di Avellino e che non saranno sostituiti da altri, evidenzia una volontà a non far decollare ulteriormente il Frangipane. In una lettera inviata da Giovanni Maraia al sindaco Foti, rappresentante del comitato dei sindaci dell’Asl Av, al Presidente Caldoro e a Sergio Florio, viene messo in risalto come ci sia la volontà politica di chiudere l’ospedale di Ariano. Come sostiene il rappresentante di “Ariano in Movimento” si attende la morte per asfissia, rendendolo un luogo di cura rischioso con l’obiettivo principale di dirottare in altre strutture gli utenti, in modo particolare nelle strutture avellinesi o partenopee. A dare man forte a questo disegno a dir poco diabolico, l’indifferenza dei sindaci del territorio di riferimento all’Ospedale Frangipane, della collettività nonché di molti operatori sanitari. Nella lettera si mette in evidenza, come non si è mai concretizzata la promessa di Florio che garantì a maggio del 2013 in una pubblica assemblea, l’assunzione dei primari per chirurgia e ortopedia. Ma l’ospedale arianese non è mai divenuto presidio ospedaliero di secondo livello per l’emergenza, disattendendo il decreto di Caldoro n.49 del 2010, il quale presenterà ricorso alla Corte Costituzionale o a quella Europea, in quanto una legge dello stato non viene rispettata in tema di ripartizione dei fondi sanitari. Maraia e il Movimento annunciano che il ricorso sarà accompagnato da una memoria scritta , nella quale sarà evidenziato come il Governatore della Campania, non abbia applicato per l’Ospedale Frangipane il suo decreto n.49 del 2010.
Commenta l'articolo