L’obiettivo è assicurare i servizi sociali essenziali; in caso i fondi regionali non dovessero arrivare, i comuni potrebbero intervenire in base all’esigenze. Per il personale che ruota intorno all’azienda consortile si potrebbe ipotizzare un’altra tipologia contrattuale, dato che la formula attuale non è prorogabile. L’assemblea dei sindaci si è orientata verso questa linea d’azione al termine di una lunghissima riunione dove si sono registrati forti tensioni, scontri verbali e proteste degli operatori sociali. Come detto è una prima decisione, già nella prossima settimana è in programma un altro incontro per definire i prossimi passaggi. Il soggetto giuridico rimane in piedi, ma da Consorzio di funzione si passerà a quello di servizi. Si attende ora una relazione tecnica – normativa da parte del direttore generale, Giuseppe Pippo. E contro quest’ultimo si è rivolta l’ira di buona parte dei sindaci i quali hanno richiesto a gran voce i conti dell’azienda. A questo Pippo risponde che si stanno “utilizzando fondi del 2010, mentre il 2011 in termini economici non è ancora iniziato. Quasi 2 milioni di euro sono stati decretati dalla Regione, quindi da percepire; l’attuale disponibilità di cassa è di 500 mila euro”. Ma i sindaci richiedono il bilancio consuntivo certificato dal direttore e dai tre revisori dei conti. Mentre i ragionamenti si perdono nei numeri, i lavoratori hanno lamentato di essere stati etichettati come “vari ed eventuali”. I sindacati, al termine, annunciano che ricorreranno ad ogni azione possibile interpellando la Corte dei Conti. “I sindaci non si sono presi le loro responsabilità, senza approvare il bilancio, non hanno pensato al futuro dei lavoratori”.
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