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Valle Ufita, lo scandalo del centro Asi: chiuso da 15 anni

Giace abbandonato da circa quindici anni nell’area industriale della Valle Ufita. E’ il centro servizi che l’Asi di Avellino realizzò grazie al cofinanziamento attivato dall’Unione Europea e dal Por Campania 2000-2006 per utilizzarlo come centro elaborazione dati e supporto per le aziende insediate nell’area industriale. Due piani, spazi di centinaia di metri quadrati e alta tecnologia avrebbero dovuto segnare il rilancio dell’industria in Irpinia, invece nei fatti la struttura non è mai stata aperta. Al piano terra nei locali sono ancora presenti alcuni vecchi bidoni di vernice utilizzati per biancheggiare le pareti e sul retro dell’edificio spuntano i tubi per portare i servizi mai evidentemente allacciati. Lo stato in cui versano le aiuole e la fontana sulle cui acque galleggiano numerosi tappi di sughero certamente non stappati nel giorno dell’inaugurazione del centro, testimoniano il grado di disinteresse nei confronti dell’edificio di proprietà dell’Asi. Fu anche tentato di concedere alcuni locali alla società Patto Baronia, senza risultato. A marzo scorso, proprio per dare un senso alla struttura, l’Asi pensò bene di utilizzarla come centro per la formazione professionale dei giovani imprenditori ed a maggio 2013 perfezionò anche lo schema di convenzione per la cessione del secondo piano agli enti di formazione accreditati dalla regione Campania che fossero interessati a tenere le lezioni, ma il bando pubblico, scaduto il 15 luglio scorso, è andato deserto pare a causa delle condizioni fissate dall’Asi ritenute particolarmente onerose in rapporto alle condizioni in cui versa la struttura e alla posizione geografica nella quale l’area industriale si trova. Così un cartello ormai sbiadito dal sole reca sconsolato fittasi locali con un numero di telefono cellulare che probabilmente non squillerà troppo per richieste di informazioni sul centro servizi. Eppure l’area della valle Ufita, con una superficie di circa due chilometri quadrati, è tra le più vaste della provincia di Avellino, occupa circa duemila addetti e conta circa cinquanta insediamenti tra aziende di trasporto, metalmeccaniche, alimentari e chimiche tale da essere appetibile se le infrastrutture ed i servizi fossero all’altezza delle aspettative.  La ripresa, spesso solo annunciata, riparte anche dal rinnovato impegno delle istituzioni che si schierano al fianco di chi decide di investire in una zona interna della Campania.   

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