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''Veniamo noi addirvi'', i dipendenti battono cassa con una missiva in stile Totò e Peppino

Carta, calamaio e penna: come Toto e Peppino in una celebre pellicola, per chiedere al Comune di Avellino di corrispondere 700 euro in base all’articolo 36 del contratto nazionale. 
 32 dipendenti di Piazza del Popolo hanno apposto in calce la loro firma ad una missiva scritta, ironicamente e provocatoriamente, con lo stesso linguaggio utilizzato dal Principe De Curtis.
La lettera, finita sulle colonne virtuali di Orticalab, è indirizzata al sindaco Paolo Foti, ai dirigenti del Comune e all’assessore al Personale Annarita Marchitiello. I dipendenti chiedono di prendere quei 700 euro in più, una sorta di premio assegnato sulla base della valutazione dei dirigenti, che fino ad oggi, per la morie delle vacche delle casse comunali, sempre citando Totò, non è stato corrisposto.
Soldi che farebbero molto comodo, spiegano gli impiegati. E lo scrivono, ovviamente, riportando pari pari, su carta, la gag del film.
‘’questa moneta servono a che noi ci consoliamo dai dispiacere che avrema perché abbiamo molte spesa, per nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona ci mandate questo (il mandato di pagamento con i soldi) perché i giovanotti dipendenti hanno fatto sacrifici, hanno studiato e si sono presi una laura che ci fa tenere la testa al solito posto cioè sul collo.;.;’’
C’è la richiesta, ma c’è anche un’accusa. I dipendenti sostengono che alcuni colleghi quei soldi li hanno presi favoriti dalla propria militanza sindacale. Insomma, ci sarebbe una discriminazione. Ed è stato questo il motivo che li ha spinti ad uscire allo scoperto
Ovviamente la lettera non poteva che concludersi con saluti indistinti e una punteggiatura abbondante.

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