A due settimane dall’emergenza acqua inquinata a Solofra e Montoro, arrivano i primi provvedimenti della magistratura. Sigilli ai pozzi e avvisi di garanzia. I reati per i quali la Procura di Avellino procede sono: avvelenamento colposo delle acque; omissione di atti d’ufficio; discarica abusiva e violazione del codice dell’ambiente. Gli indagati sono il sindaco di Solofra Michele Vignola, il presidente della Irno Service, Federico Pirolo, e il responsabile del settore tecnico, sempre della Irno Sevice, Carmine Ginolfi. Un atto dovuto, quello dei magistrati, in ragione della carica rivestita dai soggetti interessati. Tra i due pozzi chiusi, uno è quello di via della Consolazione a Solofra dove venne riscontrata la presenza del tetracloroetilene, un solvente cancerogeno dannoso per l’uomo. L’altro è quello di Chiusa per quanto riguarda Montoro. L’inchiesta era partita a Solofra dopo che lo stesso caso di Contaminazione si era verificato a Montoro, solo un paio di giorni prima. Giorni in cui le due città furono rifornite grazie alle autobotti dei Vigili del Fuoco. Nel corso dell’inchiesta avviata dai magistrati avellinesi, il Procuratore Rosario Cantelmo, ha incontrato i vertici dell’Asl, l’Arpac e i Noe di Salerno. Disposti anche una serie di controlli su tutte le aziende del polo conciario. Come consulente la Procura ha scelto, Giovanni Auriemma, ritenuto tra i massimi esperti in materia ambientale, già impegnato sul caso dell’Ex Isochimica. Alla base dell’inchiesta della magistratura c’è la necessità di capire come il tetracloroetilene sia finito nelle acqua. Intanto è emergenza anche a Quindici, Mugnano, Quadrelle e Sirignano dove l’Alto Calore ha chiuso i rubinetti in via precauzionale e sta eseguendo le analisi sulle sorgenti dopo che le piogge abbondanti hanno intorbidito l’acqua. Si lavora per revocare le ordinanze dei sindaci.
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