Bufera giudiziaria sull'Alto Calore Servizi: 11 tra dirigenti, ex presidenti e imprenditori risultano indagati a vario titolo. I reati ipotizzati sono turbativa d'asta e abuso d'atti d'ufficio. L'inchiesta riguarda gli anni 2011-2012, periodo in cui l'azienda era gestita da Franco d'Ercole, raggiunto da un avviso di garanzia.

Secondo la Procura della Repubblica di Avellino, l'Acs in passato avrebbe affidato opere direttamente, senza passare per la gara d'appalto, giustificando l'operazione con il frazionamento dei lavori e con criteri di necessità e urgenza che i magistrati ritengono infondati. Oltre a D'Ercole, sono indagati l'ex sindaco di Montemiletto, Eugenio Abate, che di Acs è stato vicepresidente, Donato Madaro, già presidente di Alto Calore e direttore di Mose, il direttore generale Edoardo Di Gennaro, ora in pensione. Avvisi sono stati recapitati anche a sei imprenditori accusati di turbata libertà degli incanti. Nel mirino degli inquirenti una serie di appalti, otto in tutto, affidati in maniera irregolare. Si tratta di interventi di manutenzione di reti e acquedotti, alcuni dei quali realizzati anche ad Ariano Irpino, Grottaminarda e Castel Baronia. Affidamenti diretti giustificati, oltre che dal criterio di necessità e urgenza, anche dall'importo, inferiore a 40 mila euro: cifra al di sopra della quale la legge obbliga a procedere per gara. Nel caso di Montemiletto e di Mose, la municpalizzata del comune, si contestano lavori affidati in violazione della finanziaria 2008, secondo la quale Mose non poteva affidare lavori né direttamente né con gara. Estranei alla vicenda sono gli attuali vertici societari.