È bufera sulla Provincia di Avellino che finisce nel mirino della locale Procura della Repubblica. Otto persone sono coinvolte in una presunta vicenda di appalti truccati per le scuole, tra queste sei imprenditori edili, un funzionario della Provincia di Avellino e un’ultima ancora non identificata. Un numero però che stando ad indiscrezioni potrebbe allargarsi. Pesanti le accuse formulate dal pm Roberto Patscot: associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, concussione, corruzione, abuso in atti d’ufficio e frode. È stato proprio il pm a ordinare alla Guardia di Finanza perquisizioni e sequestri presso le abitazioni e gli uffici dei professionisti coinvolti, portando via documenti preziosi. Da un primo studio delle carte sembra che i titolari dell’azienda avrebbero, secondo l’accusa, istituito una sorta di cartello di imprenditori in grado di aggiudicarsi appalti indetti dalla Provincia di Avellino per la manutenzione e altri interventi sugli edifici scolastici. A creare il collant era il funzionario di Palazzo Caracciolo che avrebbe chiuso un occhio sulle diverse fatturazioni gonfiate, dando quindi la possibilità ad una delle imprese di aggiudicarsi l’appalto e poi di spartirsi i proventi. Sotto c’era un giro di migliaia di euro. Le indagini sono scattate nel novembre del 2011 dopo una segnalazione anonima e si sono basate principalmente su intercettazioni telefoniche dalle quali è venuto alla luce uno scenario sconcertante. E intanto il presidente della provincia, Cosimo Sibilia, fa sapere di essere fiducioso verso il lavoro della magistratura e che l’ente fornirà la massima collaborazione agli inquirenti sperando che si faccia chiarezza al più presto sulla vicenda. Sibilia, inoltre, preannuncia che sarà intransigente se verranno accertate responsabilità da parte degli uffici. E nel caso di un eventuale processo l’ente si costituirà parte civile. Ulteriori e clamorosi colpi di scena potrebbero emergere già nelle prossime ore.
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