Ad Ariano intorno alle 12, un operaio della Comunità Montana dell'Ufita ha tentato di togliersi la vita, lanciandosi da una finestra della sede di contrada Foresta. L'uomo è senza stipendio da un anno, ed ha moglie e tre figli a carico. I colleghi, insieme ai Carabinieri prontamente intervenuti, lo hanno convinto a desistere dal compiere l'insano gesto. La situazione in cui versa l'uomo si trascina da mesi ed è stata denunciata più volte anche agli organi di informazione.
La nota della Comunità Montana:
Il presidente Oreste Ciasullo e l’Esecutivo della Comunità montana dell’Ufita esprimono solidarietà e sostegno alla battaglia dei lavoratori idraulico forestali dell’Ente che vantano tredici mensilità arretrate. La rabbia e lo sconforto per una situazione drammatica – che finisce inevitabilmente per incidere sulle famiglie dei tanti lavoratori – ha portato questa mattina ad un gesto di disperazione di un operaio – 45enne di Ariano, monoreddito e padre di tre figli - che ha minacciato il lanciarsi da una finestra della sede di contrada Foresta. Il tentativo di suicidio, fortunatamente sventato, fa tornare alla ribalta la situazione degli operai del comparto e del futuro delle Comunità montane, su cui pesa il disinteresse e la pessima gestione della Giunta regionale in carica, lontana e completamente assente rispetto ai problemi ed alle esigenze delle zone interne. La Comunità montana dell’Ufita ha utilizzato tutti i fondi disponibili per garantire il pagamento delle maestranze, anticipando tutte le somme possibili e mettendo in discussione anche la gestione dell’ente. L’ente vanta crediti nei confronti della Regione Campania relativi addirittura all’anno 2009. Nelle ultime due annualità – 2011 e 2012 – la Comunità montana ha ricevuto neanche il venti per cento delle somme previste ed assegnate per la gestione del comparto forestazione. Il disinteresse della Giunta regionale si tramuta nel mancato trasferimento delle somme previste dalla legge 11/96 che disciplina le attività delegate di forestazione. Pure i ritardi relativi all’utilizzo dei fondi Fas sono esclusiva responsabilità dell’Esecutivo di Stefano Caldoro che non è riuscito a mettere in campo la necessaria programmazione di carattere generale necessaria per accedere ai fondi. Tra l’altro, i diciotto milioni di euro che il Governatore Caldoro e il consigliere delegato Nugnes propagandano come un grande risultato, sono ben poca cosa se rapportate ai venti enti montani ed alle cinque amministrazioni provinciali – che pure svolgono attività delegate di forestazione - presenti sul territorio. Potrebbero riuscire ad assicurare il pagamento di due o tre stipendi, una goccia rispetto al mare di crediti vantati dall’Ente e, di riflesso, dai lavoratori. Per questo, la Giunta ha ritenuto doveroso e non più rinviabile l’avvio di un’azione giudiziaria nei confronti della Regione Campania per rivendicare il pagamento delle somme dovute per legge per il comparto della forestazione e quello degli enti locali.
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