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Cronaca

Ariano, padre e figlio ai domiciliari per spaccio. Si rifornivano da due pusher napoletani

spaccio Ariano

Questo pomeriggio i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino in collaborazione con quelli del Comando Provinciale di Napoli e con l’ausilio di unità cinofile del Nucleo di Pontecagano,  nell’ambito di indagini finalizzate a reprimere lo spaccio di sostanze stupefacenti in provincia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Ariano Irpino nei confronti di due persone di Ariano Irpino, padre e figlio, e due soggetti di Napoli loro pusher, responsabili di concorso nella vendita, commercializzazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Ariano Irpino Dott. Luciano D’EMMANUELE e portata avanti con attività tecnica nonché servizi di Osservazione, Controllo e Pedinamento, ha consentito ai Carabinieri di Avellino di sequestrare diverse dosi di cocaina, purissima, e ricostruire le modalità di approvvigionamento, trasporto e spaccio dello stupefacente nell’area del tricolle. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Ariano Irpino, insospettiti dai frequenti ed anomali viaggi verso il capoluogo campano di un 61 enne di Ariano Irpino con precedenti specifici per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e di suo figlio 21enne, hanno iniziato questa proficua attività investigativa tesa anche alla verifica della notevole disponibilità economica, non commisurata alle proprie possibilità, dei due arianesi.
Padre e figlio acquistavano lo stupefacente da due pusher di 20 e 30 anni napoletani, nei pressi della Stazione Centrale delle FF.SS, e dopo averla abilmente occultata nella propria autovettura, la trasportavano ad Ariano Irpino per poi rivenderla a professionisti ed imprenditori locali. Per la tipologia della clientela il modus operandi era molto accorto, spesso telefonicamente si parlava di incontri per “caffè” o “birra” e gli spacciatori arianesi richiedevano il pagamento della “fattura” o del “ristorante”. In una circostanza, insospettiti dal fermo effettuato dai Carabinieri di Ariano Irpino nei confronti di alcuni “clienti” i due, padre e figlio, hanno portato la propria auto a Napoli per far verificare la presenza di eventuali “cimici”.
Per questo motivo l’attività dei Carabinieri è stata estremamente complessa, ma il notevole volume d’affari dimostrato anche con l’acquisto di una fiammante auto coupé, ha convinto i Carabinieri a persistere nelle indagini, smascherando il traffico costruito ad arte da padre e figlio in favore di professionisti e commercianti della zona, non più giovanissimi, ma regolari assuntori di sostanze stupefacenti. La cocaina veniva trasporta dagli arrestati con la propria autovettura lungo l’arteria autostradale che unisce l’Irpinia a Napoli, occultata in vani difficilmente raggiungibili del mezzo e veniva distribuita a “domicilio” con scambi rapidi ed apparentemente amicali (il modo preferito era quello di tenerla nel pugno della mano pronti a cederla o liberarsene alla vista di eventuali posti di controllo delle forze dell’ordine). Talvolta, invece, erano gli stessi clienti che si approvvigionavano dello stupefacente presso l’abitazione dei due arianesi arrestati oggi dai Carabinieri.
 

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