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Cronaca

Aste e politica, i tentacoli del Clan Partenio sul capoluogo

Tribunale

L'inchiesta che svela il business illegale e criminale delle aste immobiliari scuote la città capoluogo. 14 gli arresti messi a segno ieri contro il nuovo clan Partenio, 8 in carcere, sei ai domiciliari. Un'operazione che segue quella avvenuta nell'ottobre dell'anno scorso, quando furono oltre 20 le persone a finire in manette. Tanto che le misure cautelari di ieri ad alcuni dei soggetti coinvolti sono state notificate dietro le sbarre. 150 i militari impegnati nel blitz disposto dalla Dda di Napoli. Cinque invece le società sequestrate tra Roma e Avellino per un patrimonio stimato in circa 4 milioni di euro.

I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, fino allo cambio elettorale politico-mafioso, alla turbata libertà degli incanti, alla falsità materiale e alla truffa. 

Base operativa del clan la pizzeria del capoluogo ''It's Ok'', da cui il nome dell'operazione ''Aste Ok''. Qui avvenivano riunioni e incontri per turbare le aste bandite dal Tribunale di Avellino. Tra minacce e pestaggi chi voleva tornare in possesso di un proprio immobile finito all'asta doveva passare tra le grinfie del clan che chiedeva prezzi maggiorati.

Scrive il Gip della Dda nell'ordinanza: ''Nelle aule del tribunale tutto e tutti erano soggiogati al potere del clan che cresceva e si arricchiva di giorno in giorno nell’omertà delle persone che accettavano le vessazioni pur di rientrare in possesso dei loro beni''.
Come tutte le organizzazioni malavitose, il nuovo Clan Partenio, nato sulle ceneri del vecchio gruppo che faceva capo ai Genovese, puntava ad entrare nei palazzi della politica, in particolare per indirizzarne l'attività amministrativa soprattutto nei settori dell'edilizia e dell'urbanistica. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, il clan alle elezioni del 2018 avrebbe puntato proprio su un Genovese, Damiano (finito poi in manette), figlio del boss Amedeo, in carcere al 41 bis. Su di lui e sull'allora candidato sindaco del centrodestra Sabino Morano. I voti sarebbero stati promessi in cambio della gestione di un  centro pugilistico un tempo già in mano ad esponenti del gruppo criminale. Ad avviso del Gip ''il dirottamento dei voti ha assunto le connotazioni del condizionamento politico mafioso innestandosi nel libero esercizio del diritto di voto; tutto ciò nell’alveo di una commistione tra interessi e prospettive di natura criminale ed interessi e prospettive politico-amministrativo''.

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