Sabato sera i carabinieri della Stazione di Avellino hanno arrestato un giovane di 23 anni, nato e residente nella città di Napoli, con l’accusa di truffa. Il tutto è nato nel tardo pomeriggio di sabato, quando la centrale operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino – a seguito della telefonata d’un privato cittadino – ha inviato una pattuglia nei pressi dello sportello Postamat dell’Ufficio Postale di via F. Iannaccone. L’uomo,  con  un congegno fatto a mo’ di linguetta, stava riuscendo a rubare i soldi che gli ignari correntisti stavano cercando  di prelevare. Il meccanismo è molto semplice. Il 23enne  non aveva fatto altro che prelevare 20 euro da una propria carta prepagata, sfruttando il momento dell’erogazione del contante per introdurre nella bocchetta la linguetta capace di trattenere il denaro prima dell’erogazione, facendo sembrare al cliente che il bancomat non funzionasse correttamente. E il sistema stava funzionando  tant’è che una coppia di Avellino aveva provato a prelevare 100 euro, senza riuscirci. Ma l’uomo è stato beccato proprio mentre era andato a smontare l’ingegnoso artifizio. Smontaggio che veniva fatto con procedimento inverso al precedente: faceva  il solito prelievo da 20 euro e, nel momento in cui la bocchetta del denaro si apriva, bastava sfilare la linguetta che oltre ai 20 euro richiesti, aveva al suo interno anche il denaro dei precedenti truffati.  I carabinieri di Avellino sono riusciti a recuperare la linguetta e il denaro sottratto. I carabinieri sono riusciti a risalire ad altri episodi di alterazione di sportelli bancomat di ulteriori istituti bancari, i cui direttori sono andati a sporgere denuncia presso i carabinieri di Avellino. L’accusa a carico del giovane napoletano si è aggravata per la sussistenza della cosiddetta “continuazione del reato”. Dopo un intero fine settimana trascorso nella cella del Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, l’arrestato è stato condotto stamattina al Tribunale di Avellino dove è stato processato con rito per direttissima per giudicarne la responsabilità penale.