Nel tardo pomeriggio di sabato, un uomo di 44 anni ed una donna di 32, rispettivamente titolare e dipendente di una ditta di Contrada, si sono recati presso la Stazione dei Carabinieri di Avellino per denunciare uno scippo subito qualche ora prima, ad opera di due ignoti individui a bordo di una moto e con il volto travisato. I due rapinatori, secondo il racconto iniziale della donna, si erano avvicinati alle due presunte vittime che si trovavano a piedi e, improvvisamente, scippavano dal braccio della donna una borsa contenente, a suo dire, oltre 30.000 euro provento degli incassi della settimana, proprio mentre stavano andando a depositarli in Banca. L’episodio è sembrato fin da subito strano ai militari dipendenti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, che hanno prima raccolto la denuncia della donna e, successivamente, per fare maggiore chiarezza, decidevano di sentire anche la versione dei fatti dell’uomo che era con lei, che confermava l’evento delittuoso. Sebbene, però, la consumazione del reato potesse essere veritiera nel modus operandi dei presunti malviventi, c’erano alcuni dettagli che proprio non quadravano e non convincevano i militari dell’Arma di Avellino che, mentre ricevevano la denuncia della donna, si attivavano anche per cercare eventuali testimoni o telecamere che avessero potuto immortalare la scena. Tali accertamenti tuttavia non si sono resi necessari. Sotto l’incalzare delle domande dei Carabinieri che cercavano di carpire ogni dettaglio del presunto episodio accaduto a Contrada e ogni elemento utile sui malviventi, infatti, i due sono caduti in contraddizione. Addirittura ad un certo punto, per la versione dei fatti fornita dall’uomo si poteva configurare il reato di rapina, in quanto lui aveva visto qualcosa che la donna non aveva visto, una pistola in mano ai due malviventi. Di fronte alle contestazioni dei Carabinieri, alla fine prima l’uomo e poi la donna sono crollati confessando la verità. Non c’era stato, infatti, nessuno scippo e nessuna rapina. I due avevano architettato il tutto per ricevere dalla compagnia assicurativa della ditta presso cui lavorano gli oltre 30.000 euro per l’ammanco subito a seguito del presunto reato. Purtroppo per loro, però, la vicenda si è conclusa con una denuncia a piede libero a loro carico per simulazione di reato.
I due, nel giro di qualche ora sono passati da vittime a rei e dovranno pertanto rispondere all’autorità giudiziaria avellinese di simulazione di reato. L’idea di provare a truffare l’assicurazione e prendere soldi facili non è stata certo felice per i due, che ora dovranno invece sostenere un processo penale per scontare la loro condotta.
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