È destinato a far discutere un video di 18 secondi del tragico incidente che il 28 luglio 2014, sull'autostrada A16, Napoli Bari, nel territorio di Monteforte Irpino, provocò la morte di 40 passeggeri di un autobus di rientro a Pozzuoli dopo un pellegrinaggio a Pietrelcina. Un video, pubblicato da Repubblica, che potrebbe riaprire il caso, almeno secondo l'avvocato Sergio Pisani, legale del proprietario dell'autobus, Gennaro Lametta, fratello di Ciro Lametta, l'autista che rimase intrappolato nelle lamiere della morte. Nella sequenza di immagini, secondo l'avvocato Pisani, "si vede chiaramente che l'autobus era preceduto da due auto trainate. Questo dato cambia completamente lo scenario ricostruito fino a oggi". Le due auto, afferma l’avvocato penalista a mezzo stampa, potrebbero aver creato "un ostacolo improvviso, determinando la deviazione a sinistra del pullman e dando così inizio a quella corsa infernale". Il penalista rilancia di aprire il caso utilizzando il video nel processo in corso al Tribunale di Avellino perché la presenza di quelle due auto trainate non può essere archiviata come una semplice coincidenza. Sul banco degli sono imputati, oltre a Gennaro Lametta, c’è personale della società autostrade e dipendenti della motorizzazione civile. D’altro canto la Polizia Stradale di Avellino su disposizione della Procura ha ricostruito invece un video, realizzato al computer con l'ausilio di immagini vere, che è stato proiettato durante le udienze preliminari del processo. Sta di fatto che durante quella calda serata di luglio di tre anni fa 40 persone morirono dopo un volo di trenta metri dal viadotto Acqualonga.
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