Nel pomeriggio di ieri, al termine di un mirato servizio volto a contrastare il fenomeno della prostituzione, i carabinieri della Stazione di Atripalda hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento di via Vincenzo Belli, sorprendendo due donne di nazionalità dominicana dedite all’attività di meretricio e sottoponendo poi l’intera unità abitativa a sequestro penale. L’attività investigativa è nata, come spessissimo accade, partendo dagli annunci di massaggiatrici, preceduti dai consueti A.A.A., comparsi sui quotidiani locali nonché grazie ad alcune segnalazioni pervenute da parte dei vicini di casa.
È stato così che, sin dal primo pomeriggio di ieri, i militari dell’Arma hanno disposto un servizio di osservazione e controllo in abiti borghesi e nei pressi della presunta attività di prostituzione. Nel corso del servizio, sono state effettivamente notate delle persone, esclusivamente di sesso maschile, che facevano - a turno - ingresso all’interno dell’abitazione, accedendo proprio nell’appartamento sospettato d’essere l’alcova segnalata. Una volta usciti, questi uomini sono stati subito fermati e sentiti a sommarie informazioni dai carabinieri di Avellino, che hanno così avuto perfetta contezza che in quell’appartamento si stesse effettivamente consumando un’attività di meretricio.
Tutti i clienti fermati, infatti, descrivevano la stessa dinamica: avevano avuto modo di conoscere dell’esistenza di quella casa d’appuntamento grazie ad un’inserzione su internet, avevano poi contattato una delle due donne grazie al numero di telefono là pubblicato, mettendosi così d’accordo sull’ora e sul luogo dell’appuntamento. Una volta fatto accesso nell’appartamento, il cliente doveva dare un pagamento anticipato di 70-100 euro tondi a seconda della prestazione, prima d’iniziare l’attività di meretricio.
Di fronte alle ripetute conferme avute dai clienti nell’arco dell’intero pomeriggio, verso le ore 19:00 i carabinieri di Avellino hanno deciso di fare ingresso all’interno dell’abitazione, qualificandosi e generalizzando le donne, entrambe nate nella Repubblica Dominicana, ma una di nazionalità spagnola e l’altra italiana, rispettivamente di 36 e 38 anni.
Nel corso della successiva perquisizione locale dell’appartamento, di cui è risultata la legittima locataria un’altra donna nata in Repubblica Dominicana, di nazionalità dominicana e non presente in loco, i militari dell’Arma hanno potuto rinvenire profilattici, i telefoni cellulari su cui i clienti contattavano le due donne, nonché denaro contante per 995 euro, costituente il provento delle varie prestazioni sessuali effettuate nel pomeriggio di ieri. Le due dominicane sono state poi portate in caserma per essere sentite in merito alla loro attività di meretricio, quindi rilasciate con una denuncia penale, a carico di entrambe, per il reato – previsto dall’articolo 3 della legge n.75 del 20/02/1958 – concernente la conduzione e l’esercizio di una casa di prostituzione.
L’appartamento, invece, è stato sottoposto a sequestro penale all’ovvio fine d’interrompere l’attività di prostituzione che veniva svolta al suo interno, accompagnata dalla denuncia penale anche della terza donna dominicana, attualmente irreperibile, accusata di favoreggiamento della prostituzione. L’appartamento è infine risultato di proprietà di un uomo di Napoli, ignaro di tutto perché aveva dato mandato per la locazione ad un’agenzia immobiliare avellinese. Tutta l’attività andrà ora al vaglio di convalida della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, coordinata dal dott. Angelo di Popolo.
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