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Cronaca

Caso di tubercolosi al Carcere di Bellizzi, Ciisa: "Mancata profilassi?"

carcere Bellizzi

“ Se le Autorità Penitenziarie, Sanitarie e Politiche avessero avuto accortezza ed attenzione alle nostre pubbliche denunce  dove la scrivente O.S. Ciisa Penitenziari e non solo, avrebbe fatto intendere dell’incompatibilità igienico-sanitaria del carcere di Bellizzi Irpino e confermate anche dalla Uil Penitenziari dopo la visita del Segretario Generale, oggi, forse, non dovremmo essere costretti a parlare di una preoccupante Emergenza Sanitaria, sorta dopo che ad un detenuto straniero di origine Rumene è stato ricoverato presso il reparto infettivo della Città ospedaliera di Avellino e dove la O.S. Sappe ha già dato la sua ampia visione sulla vicenda TBC - così in una mota il Sindacato di Polizia Penitenziaria Giuseppe Nazzaro -. Ciò che ci preoccupa, e molto, è che nonostante la patologia sia stata diagnosticata da nessun intervento di profilassi è stato eseguito nella struttura detentiva e nei confronti del personale tutto in special modo quello della Polizia Penitenziaria e dei detenuti che sono stati, inconsapevolmente, a contatto con il detenuto affetto dalla TBC. Responsabilmente ,invece, occorre intervenire con urgenza per scongiurare i rischi di contagio . Anche il personale di Polizia Penitenziaria, costretto a piantonare il detenuto nella struttura ospedaliera, è sovraesposto a tali rischi e dovrebbe essere maggiormente tutelato. Nessuno, evidentemente, ha approfondito i nostri gridi di allarme e quelle denunce, considerato che la situazione è restata immutata, anzi sembrerebbe ulteriormente peggiorativa con ulteriore affollamento di detenuti dove alcuni hanno toccato “no il fondo ma il soffitto” eppure  fummo molto più che chiari nel rappresentare e denunciare lo stato pietoso dell’istituto per le condizioni di scarsa salubrità, ai limiti di ogni sé e ma. Per questo, a fronte di questa nuova emergenza, invitiamo l’Amministrazione e gli Enti competenti a provvedere a ripristinare una situazione di fruibilità e di compatibilità delle presenze e delle condizioni di lavoro. Ovviamente al di là del mero, importante, aspetto sanitario è anche una questione umanitaria e sociale che attiene alle coscienze ed alle responsabilità di ognuno. Per questo - continua il Sindacato di Polizia Penitenziaria Ciisa-penitenziari -  nel giorno della fine del Governo Monti e del nuovo, non vogliamo che l’emergenza penitenziaria passi in secondo piano o peggio ancora dimenticato come si dimentica facilmente dei suoi Poliziotti Penitenziari, lavoratori dello Stato che servono con il massimo dell’abnegazione e senso del dovere lo Stato. Si faccia in fretta, così conclude il Vice Segretario Nazionale Giuseppe Nazzaro, prima che l’emergenza penitenziaria diventi un’emergenza sociale."

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