Una vera e propria bomba giudiziaria e politica che arriva nel giorno della sentenza d’Appello sul caso eternit di Torino e a pochi ore dal ballottaggio per la scelta del nuovo sindaco. La vicenda dell’ex isochimica, ribattezzata fabbrica dei veleni, arriva ad una svolta. La Procura di Avellino, guidata da Rosario Cantelmo, ha disposto, infatti, il sequestro preventivo dell’area e notificato 24 avvisi di garanzia.
Diversi i reati contestati, a vario titolo, agli indagati. Si va dal concorso in disastro ambientale doloso, alla cooperazione colposa in disastro ambientale fino al rifiuto di atti d’ufficio. Nel lungo elenco degli indagati figura anche tutta la giunta comunale di Galasso del 2005, accusata di negligenza e imperizia nella messa in sicurezza dell’area. E ancora, alcuni funzionari dell’amministrazione, il curatore fallimentare dell’epoca ed Elio Graziano, responsabile della gestione dell’azienda insieme a due dipendenti, indagati per non aver trattato in modo adeguato l’amianto e per illecito smaltimento. Quella dell’Isochimica, attiva negli anni ottanta, è una storia che va avanti da tempo. Anni in cui molti degli operai che lavoravano alla scoibentazione dei treni si sono ammalati e ci hanno rimesso la vita. Dieci i lavoratori morti. Altri 116 sarebbero stati colpiti da patologie derivanti dall’inalazione di asbesto e sono in lotta per il riconoscimento dei prepensionamenti. Positiva la reazione del mondo sindacale e di quanti sono impegnati su questo fronte per ottenere verità e giustizia.
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