Sono stati condannati a sei anni di reclusione (con pena indultata di tre anni) e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici il consigliere regionale e senologo della Brest Unit Carlo Iannace, e Francesco Caracciolo ex primario della Chirurgia generale del Moscati di Avellino. A pronunciare la sentenza i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Avellino, collegio presieduto dal presidente Rescigno, a latere Cassano e Matarazzo. Gli imputati erano coinvolti nell’inchiesta Walfare. Secondo i giudici Iannace e Caracciolo, due maggiori impuntati, avevano falsificato le cartelle cliniche: un giro di operazioni di chirurgia estetica spacciati, secondo l’accusa, come interventi ordinari e per i quali l’azienda avrebbe incassato rimborsi non dovuti e i medici i relativi premi di produttività e una serie di falsi ricoveri in day hospital. Per Iannace si compromette la carica di consigliere regionale, eletto nella lista De Luca Presidente, perché per effetto della legge Severino dovrebbe essere sospeso. Il presidente del tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla prefettura di Napoli per l’applicazione del dispositivo. Ma Iannace annuncia già ricorso, come fatto da De Luca e De Magistris. Il consigliere regionale a caldo attraverso una nota stampa sostiene che il processo è solo alla fasi iniziali. E poi aggiunge: Ho la conferma e la sensazione comunque che ci sia una regia, cosa che ho verificato in questi anni, che va al di là di ogni ragionevole valutazione. Sono e resto fiducioso nella giustizia, d'altronde non so ancora cosa ho fatto. Ho sempre agito per il bene della povera gente e perseguendo i valori della mia professione. Iannace annuncia di ricorrere in appello fino all’ultimo grado di giudizio. Il senologo chiede che si faccia luce sui metodi e procedimenti della Procura avellinese, perplesso anche sull’operato del tribunale composto tutto da irpini. Il consigliere regionale in conclusione sostiene di non aver mai approfittato di nulla. Non ho mai mandato nessuno da amici e colleghi a pagamento, perché la cura dei malati è un diritto e un dovere della sanità. Forse molti nella sanità privata non saranno sorpresi. Per il medico la sua struttura, in un ospedale pubblico al servizio della gente, ha dato e dà fastidio a tutto il mondo del privato al quale ha toccato troppi poteri ramificati. Iannace conclude dicendo: sono vittima di una profonda ingiustizia.
La reazione di Carlo Iannace alla sentenza
''Il processo è solo alla fasi iniziali. Certo ho la conferma e la sensazione che ci sia una regia, cosa che ho verificato in questi anni, che va al di là di ogni ragionevole valutazione. Intanto aspettiamo le motiviazioni e poi verifichiamo il da farsi.
Sono e resto fiducioso nella giustizia, d'altronde non so ancora oggi, cosa ho fatto? Ho sempre agito per il bene della povera gente e perseguendo i valori della mia professione.
Ricorreremo in appello, e fino a prova contraria, sarà l'ultimo grado di giudizio a dover dire e confermare il tutto. Poi, ho la sensazione che ci sia stato un accanimento terapeutico, ma avremo il tempo per dimostrarlo. Ne sono certo.
Per il resto, ho già dato mandato ai miei legali per tutte le altre vicende, Severino compresa.
Auspico solo per il bene di questa terra e della povera gente che, si faccia luce su questa procura e sui loro metodi e procedimenti.
Poi un tribunale che non fa differenziazioni su nessuno dei casi sottoposti alla sua attenzione per i quali abbiamo presentato una valanga di testi che hanno dimostrato la bontà del mio operato ed il pieno rispetto delle regole, lascia francamente molto perplessi.
D'altronde, è molto strano che, nel tribunale di Avellino siano tutti iprini chissà perchè e come mai, ma questa è un'altra storia.
Non ho mai approfittato di nulla. Non ho mai mandato nessuno da amici e colleghi a pagamento, perchè la cura dei malati è un diritto e un dovere della sanità. Forse molti nella sanità privata NON SARANNO SORPRESI, ma siamo solo agli inizi.
Infine, forse la mia struttura, in un ospedale pubblico al servizio della gente, ha dato e da fastidio a tutto il mondo del privato! Forse ho toccato troppi poteri forti e ramificati.
Sono vittima di una profonda ingiustizia, e questo la gente, quella per bene, lo sa e lo sanno anche e lo dico alla stampa, tutti coloro che hanno dei conflitti d'interessa nella sanità privata in Irpinia chiamati a giudicare ed esprimersi sul mio caso. Ma ripeto faremo luce su tutto''.
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