A un mese esatto di distanza dal tragico incidente avvenuto sul viadotto Acqualonga dell’A-16, all’altezza di Monteforte, emergono le prime verità. Verità, è bene precisarlo, presunte, perché l’inchiesta della Procura della Repubblica è in pieno svolgimento e i periti ancora non si sono ufficialmente espressi. Da quanto trapelato dopo il primo giorno di incidente probatorio in corso presso il deposito giudiziario, sarebbe stato un guasto ai freni, causato dalla rottura dell’impianto di trasmissione, a far piombare l’autobus sul new jersy che non ha retto l’urto.
La conferma arriva da alcuni consulenti e avvocati di parte, in particolare quelli della famiglia Del Giudice e dei Lametta. Elementi che escluderebbero responsabilità dell’autista e che ora andrebbero ricercate nella filiera incaricata della manutenzione del mezzo. E dopo le 10 ore di ieri passate ad esaminare ogni pezzo del bus, questa mattina periti di nuovo a lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente nella fase precedente il volo di trenta metri. Quella fase che ha visto coinvolte 14 automobili. Una simulazione dell’incidente che serve anche a chiarire il comportamento dell’autista che sembra averle tentate tutte per evitare lo schianto.
Domani, invece, gli esperti della Procura, alla presenza anche dei consulenti delle parti, si trasferiranno tutti da Acqualonga, sul viadotto e sotto il cavalcavia per un nuovo sopralluogo. La seconda fase dell’incidente probatorio, infatti, prevede di verificare la tenuta delle barriere autostradali lungo quel tratto della Napoli- Bari. Dopo la strage, dagli inquirenti furono rinvenuti alcuni perni che, si ipotizza, avrebbero dovuto tenere ben saldo il new jersy.
Società autostrada, presente con i suoi periti, assicura ‘’massima collaborazione con le autorità’’.
Ma oggi per le famiglie delle 39 vittime di Pozzuoli e dintorni è anche il giorno del dolore. Il pensiero non puo’ che tornare a quella domenica sera di un mese fa, quando una tranquilla gita si è trasformata in una tragedia.
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