Morì per un'overdose l’estate scorsa, la polizia al termine di una complessa attività investigativa, arresta un ventisettenne del luogo accusato di aver ceduto la droga al giovane deceduto. Nei guai anche un ventottenne con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Entrambi sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. Ad illustrare stamane i particolari dell’operazione, il Procuratore Capo Luciano D’Emmanuele, il quale ha anche sottolineato la necessità del Palazzo di Giustizia arianese di continuare a svolgere il suo ruolo importante di presidio della legalità sul territorio. “L’allarme sociale ad Ariano, legato al fenomeno droga, è un dato di fatto e reale, che stiamo fronteggiando con tutte le forze a nostra disposizione. C’è un’attività di spaccio, ma non solo ad Ariano. E’ una piaga che interessa anche il circondario, la baronia ed altre zone crocevia. Dobbiamo mettercela tutta per continuare a svolgere questa attività di prevenzione e repressione. E’ importante soprattutto che decessi come questi, non restino impuniti. Nel mio ufficio ho raccolto, lamentele, preoccupazione da parte dei genitori. Nulla è stato lasciato al caso. Siamo impegnati in questa lotta con tutti gli uomini e mezzi a disposizione. La polizia ha svolto un ottimo lavoro, un rapporto puntuale, quello che ci è pervenuto, che ha trovato condivisione da parte del Gip. Dunque c’è stata un’attenzione molto forte. Tutto questo a testimonianza di come sia determinante la presenza di una struttura giudiziaria, così importante ad Ariano. Un presidio di legalità fondamentale. Più si allontana dal luogo l’accertamento dei fatti e più i risultati diminuiscono. Dal prossimo incontro sul futuro del tribunale di Ariano, dovrebbe venire fuori un forte appello alla mobilitazione.”
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