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Cronaca

Morte nel lago, ad Ariano sequestrata la salma di Coppola

S'infittisce il mistero sul ritrovamento del cadavere ad Ariano

vigili del fuoco

Sequestrata la salma di Raffaele Coppola, funerali bloccati, la magistratura vuole vederci chiaro e dispone l’autopsia sul corpo del cinquantunenne rinvenuto cadavere in un laghetto nella zona Cervaro, tra Tesoro e Difesa Grande ad Ariano Irpino. Familiari colti di sorpresa ma fiduciosi nelle indagini. E’ stato direttamente il Procuratore capo Luciano D’Emmanuele a riaprire l’inchiesta, disponendo il trasferimento del feretro ieri pomeriggio dalla sua abitazione di Rione Martiri, all’obitorio dell’ospedale di via Maddalena  dove verrà eseguito l’esame autoptico affidato al medico legale Oto Macchione. Il rito funebre era stato fissato per questa mattina alle 9.30 nella Chiesa di Santa Maria dei Martiri, manifesti già affissi in città, ma ieri nella tarda mattinata è giunto il provvedimento da parte degli inquirenti. A confermarlo è stato lo stesso parroco Don Costantino Pratola, il quale lo ha ritenuto giusto.“Ci sembra tutto molto strano, non riusciamo a convincerci in alcun modo che Lello si sia potuto togliere la vita. E’ giusto che gli inquirenti vadano fino in fondo.” Un via vai di gente continuo in lacrime in casa Coppola dove da domenica scorsa nessuno era riuscito  a dare una spiegazione a quella morte così improvvisa e misteriosa di Lello. La famiglia attende ora l’esito delle indagini non azzardando alcun commento, ma convinta che sulla morte di Lello dovrà essere chiarito ogni tassello. Il cognato di Raffaele aveva avanzato subito qualche dubbio, confidando però nell’operato della magistratura.  Il corpo senza vita di Raffaele era stato rinvenuto da due cacciatori in un laghetto, nella zona a cavallo tra Tesoro  e Difesa Grande. I carabinieri guidati dal Capitano Andrea Davini, nel giro di poco tempo avevano messo in moto la macchina delle ricerche sul territorio, dopo aver raccolto la denuncia di scomparsa, formulata dal cognato Domenico Schiavo. L’inchiesta della Procura sembrava essersi chiusa ormai con l’ipotesi del suicidio, ma il numero uno degli inquirenti Luciano D’Emmanuele ha voluto vederci chiaro.  “Lello non sarebbe stato in grado di compiere un gesto simile - fanno sapere ancora una volta i suoi amici più stretti. Non aveva un motivo valido per poterlo minimamente immaginare” E’ un dolore grandioso quello che stanno vivendo i suoi genitori, mamma Raimonda e papà Giuseppe, insieme ai fratelli Nicola, Antonio, Roberto e le sorelle Silvana, Angela e Maura. Una famiglia numerosissima. Gente molto stimata nel rione, per la loro semplicità e riservatezza. Come del resto lo era Raffaele. Uomo di poche parole che sapeva farsi rispettare da tutti. Mai un ombra su di lui. Aveva la testa sulle spalle e la sua era una vita semplice ed onesta, basata su sani principi, casa e lavoro. Non aveva vizi particolari. Una birra al bar, la sigaretta con gli amici, quattro chiacchiere sul muretto, questo era Lello. A chi incontrava al bar osava dire sempre: “Pigliati na cosa, staie paiata.” Pensare che abbia potuto farla finita è davvero inspiegabile e inimmaginabile. E se fosse caduto, scivolando da quella zona impervia dove in tanti si recano a pesca? E’ un interrogativo che ieri qualcuno ha avanzato nel Rione.  In ogni caso sarà l’autopsia a sciogliere nelle prossime ore ogni dubbio e a chiarire in maniera definitiva nel rispetto di Lello e dei suoi familiari che cosa realmente è accaduto in quel lago da domenica divenuto maledetto.

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