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Cronaca

Scontri di Pustarza, sindaci assolti e manifestanti rinviati agiudizio. Delusione e rabbia da parte degli attivisti

Tribunale

Sindaci assolti e manifestanti rinviati a giudizio per gli scontri di Pustarza. Escono di scena i primi cittadini dell’epoca di Ariano Irpino, Savignano, Greci e Montaguto: Domenico Gambacorta, Oreste Ciasullo, Donatella Martino e Giuseppe Andreano, dalla vicenda che riguarda la contestazione popolare dei giorni 16 e 18 febbraio e 2 aprile del 2008 per la realizzazione della discarica di Pustarza. I quattro primi cittadini sono stati assolti dal Gup Antonella La Riccia dall’accusa di aver promosso le varie azioni di protesta, occupato lo scalo ferroviario di Savignano, la statale novanta delle Puglie in località Cardito ad Ariano e determinato l’interruzione di pubblico servizio. Secondo le testimonianze raccolte si sarebbero adoperati per riportare la calma e individuare una soluzione per evitare scontri tra i dimostranti e la Polizia. Sono stati invece rinviati a giudizio tredici ambientalisti, per due filoni di indagini diversi accorpati dalla Procura della repubblica di Ariano Irpino. Alcuni riguardano le vicende del 2008 e altri per fatti che risalgono al maggio del 2004, tra cui risulta coinvolto anche Giovanni Maraia probabilmente da prescrivere. Sulla vicenda di Cardito in particolar modo, sono stati formulati i capi d’imputazione più gravi tra cui l’ideazione e cooperazione nel sequestro di persona oltre all’organizzazione di manifestazioni finalizzate alla destabilizzazione dell’ordine costituito. Delusione e rabbia da parte dei manifestanti che hanno già annunciato una dura conferenza stampa in programma nei prossimi giorni, subito dopo le elezioni. Secco il loro commento: “Siamo stati lasciati soli e abbandonati da tutti, in questi anni e durante il processo. A pagare su questa amara vicenda è ancora una volta la gente, colpevole di aver difeso solo il proprio territorio. I sindaci escono di scena addossando sulle nostre spalle la croce delle loro responsabilità. Poco importa se noi ora rischiamo anche la galera” L’avvocato Domenico Carchia in una brillante arringa difensiva ha evidenziato l’estraneità rispetto agli addebiti contestati a Giovanni La Vita, Anselmo La Manna ed altri, i quali in più occasione avevano avuto contatti con la prefettura di Avellino ed altre istituzioni al fine di indirizzare la protesta popolare verso il rispetto della legge ed evitare disordini e problemi di ordine pubblico. Tutto questo evidentemente non è stato compreso.

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