Per chi non l’avesse ancora capito il procuratore Cantelmo usa parole chiare: Irpinia isola felice è solo un ricordo. Su questa provincia l’attenzione deve essere massima, sia da parte di magistrature e forze dell’ordine che da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. Una considerazione amara che arriva al termine della conferenza stampa che illustra l’esito dell’ennesima operazione antidroga dei carabinieri che ha portato all’arresto di 6 persone, 4 di Avellino e due di Salerno, dedite allo spaccio di droga nel capoluogo. Tra gli arrestati un barbiere, un operaio e il direttore di un centro commerciale. Si tratta di indagini iniziate nel 2011 quando in un quartiere degradato della città venne recuperato un cospicuo quantitativo di sostanza stupefacente. Da allora fino ad oggi sono state scovate circa 2000 mila dosi tra cocaina, hashish, marijuana e crack insieme a tutti gli strumenti utili allo spaccio. Un vero e proprio supermercato della droga che riforniva i clienti del capoluogo, anche minorenni. Nelle intercettazioni si parlava di caffé, birra e mattoni, a volte, invece, si faceva esplicito riferimento alla droga. Per il procuratore della repubblica di Avellino c’è il rischio che dietro le attività di spaccio in città ci siano i clan della Camorra. Toccherà alla Dda fare chiarezza su questo fronte. Dal magistrato arriva anche l’appello alle istituzioni perché per fermare la diffusione della droga non basta l’attività repressiva.
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