Un nuovo inquietante filone d’inchiesta sulla strage di Monteforte, avvenuta il 28 luglio 2013, durante la quale persero la vita quaranta persone, tutti pellegrini di ritorno da una gita. Gli inquirenti della procura della repubblica di Avellino diretti da Rosario Cantelmo hanno portato alla luce una sconcertante verità, il bus  precipitato nel viadotto, era privo di revisione. Due funzionari della Motorizzazione di Napoli risultano indagati. Entrambi secondo le indagini, avrebbero violato il sistema informatico successivamente all'incidente fabbricando una certificazione falsa che attestava per l’autobus il superamento dei controlli. Rischiano per questa gravissima violazione dieci anni di carcere. Si tratta dell’ennesimo provvedimento da parte degli inquirenti nell’ambito della delicata inchiesta. La procura avellinese infatti, ha già emesso nei mesi scorsi, altri avvisi di garanzia, a carico di sette persone per i reati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Nei guai anche cinque dipendenti della società autostrade per l’Italia. Di recente inoltre i consulenti della procura di Avellino, hanno consegnato al procuratore Cantelmo, una dettagliata relazione, contenente risposte importanti in merito ad alcuni quesiti. Riguardano in particolare, la parte meccanica del mezzo costruito nel 1995 con oltre 800 chilometri dall’ultima immatricolazione, l’impianto frenante oltre chiaramente all’analisi della barriera di protezione. Ma ora l’attenzione si sposta su questa nuova sconcertante verità. La mancata revisione del pullman della morte.