Nell’inchiesta sull’incidente di Monteforte, oggi è il giorno delle verifiche sul viadotto. Periti in trasferta ad Acqualonga, sia sul tratto autostradale teatro della tragedia, che sotto il cavalcavia. L’obiettivo è quello di analizzare lo stato delle barriere di contenimento che non hanno retto all’impatto con il mezzo che, secondo le prime indiscrezioni, procedeva a forte velocità e con i freni fuori uso per via di un guasto all’impianto di trasmissione. Le verifiche dei tecnici sono iniziate circa un chilometro prima da dove il bus è precipitato. Sul posto i periti della Procura della Repubblica di Avellino, i consulenti di parte, ma anche i tecnici dell’Anas. Analisi verranno condotte anche su ciò che resta del new jersey nell’area sottostante il viadotto. L’area è ancora sotto sequestro e accanto alla macerie del guard rail è spontaneamente sorto un piccolo altare in ricordo delle 39 vittime della tragedia.
Ma intanto è polemica sulla fuga di notizie registrata nel primo giorno di perizie, quando i consulenti erano a lavoro presso il deposito giudiziario di Avellino. L’episodio ha suscitato l’ira del Procuratore della Repubblica Cantelmo che ha chiesto a tutti di mantenere il segreto istruttorio. In particolare sotto accusa sono finite le dichiarazioni dell’Avvocato Pianese, legale della famiglia Del Giudice, circa l’ipotesi del guasto ai freni. Per i magistrati, invece, è ancora presto per tirare delle conclusioni.
I lavoro è meticoloso, lungo e delicato. Ieri c’è stata la simulazione della traiettoria del bus prima che volasse giù dal cavalcavia. Sono state utilizzate anche le14 autovetture coinvolte nell’incidente prima dell’impatto. Dalla ricostruzione della dinamica emergerebbe lo sforzo fatto dall’autista Ciro Lametta per evitare il peggio.
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