L’uscio di casa del sindaco Falco è stato ricoperto di rifiuti, mentre le gomme di uno dei mezzi addetti alla raccolta sono state squarciate. Questi gli inquietanti retroscena dell’imponente manifestazione di piazza per chiedere le bonifiche nella Terra dei fuochi. Una terra che vive sospesa tra la volontà della gente di uscir fuori dall’emergenza, e una costante contrapposizione di forze malavitose. Il racconto giornalistico è affidato al quotidiano nazionale la Repubblica sul quale si riportano denunce, minacce e intimidazioni a non effettuare la raccolta. "Episodi denunciati ai carabineri – hanno spiegato il vicesindaco e assessore all'ambiente Francesco Casaburo - e che si aggiungono ai tanti che sono iniziati a settembre, da quando abbiamo incrementato la raccolta differenziata, portandola al 40 per cento". In parallelo la vicenda ha finalmente conquistato l’attenzione nazionale, anche se c’è chi scivola nella più becera polemica. Hanno fatto rumore, oltre che ad aver raccolto disappunto, le dichiarazioni su twitter dell’ex democratico e blogger Mario Adinolfi, ora appartenente a Scelta Civica. Il rappresentante politico ha marchiato il popolo napoletano con un appellativo a dir poco infelice. "Si sono fatti devastare tacendo dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici. Ora fanno le manifestazioni"– ha twittato Adinolfi –. Immediatamente la discussione si è animata coinvolgendo le altre forze partitiche. Uno fra tutti I Verdi ecologisti hanno replicato che "I cittadini campani sono solo delle vittime e non meritano di essere anche insultati". Opinione largamente condivisa, e che è stata impressa su uno striscione durante la partita di ieri del Napoli. I giocatori in campo al San Paolo hanno esibito la scritta "La Terra dei Fuochi deve vivere: assieme si può".
Commenta l'articolo