Erano amici che andavano spesso in gita, si conoscevano quasi tutti. Avevano deciso di trascorrere un fine settimana a Telese Terme e poi un giorno a Pietrelcina. Ma poi dopo l’ultima telefonata ai familiari per avvisarli che stavano rientrando, si piomba nel silenzio. Passano le 20 e 30 di domenica, poi le 21, le 21 e 30 e al luogo d’arrivo non si vede nessuno. Intanton sulle reti all-news a lampeggiare l’ultima ora: "incidente sull’A16, si preannuncia una strage". E, purtroppo così è stato. Assunta e Gennaro Artiaco erano fratelli, lo stesso Carolina e Giovanni Basile, Antonietta e Maria Rosaria Rusciano, Agnese e Barbara Illiano. E poi ci sono Antonio e Simona Del Giudice, padre e figlia. Loro non ci sono più, sono nell’elenco delle vittime. Il papà è morto sul colpo. La mamma e l’altra figlia Silvana sono ancora ricoverate. A riconoscere il cadavere della giovanissima Simona è stato il nonno che per lo choc ha confuso il corpo delle nipoti, dovendo ritornare a formalizzare l’atto di morte nella palestra della scuola Aurigemma di Monteforte. Ma lì ieri in quello spazio esterno davanti la struttura scolastica adibita ad obitorio, si vedevano tanti parenti che vagavano in preda al dolore e alla confusione. Nella palestra vi erano 37 cadaveri, la maggiorparte di loro con il corpo scomposto. È questo che ci ha raccontato uno dei familiari che si è trovato a vedere le salme dei propri cari completamente sfigurate. Dopo il terribile volo dal cavalcavia, purtroppo molti corpi non erano facilmente identificabili. In molti casi infatti il riconoscimento è avvenuto solo grazie ai capelli, ai vestiti, ad accessori come un bracciale e allo smalto delle unghie. C'è anche una donna originaria di Pietrastornina tra le vittime della strage dell'A16. Si tratta di Elisabetta Iuliano, 78 anni. Da anni si era trasferita ad Agnano ma tornava spesso nel comune irpino per far visita ai nipoti. E poi la storia dell’amore viscerale di un padre, uno dei superstiti che ha richiesto le dimissioni dall’ospedale per raggiungere il suo bambino di due anni al “Santobono” di Napoli. L’uomo di 33 anni ha subito la frattura scomposta del radio sinistro oltre a una ferita lacerocontusa al cuoio capelluto. Ha rinviato a giovedì prossimo l’intervento chirurgico per ricomporre la frattura ed essere vicino al suo bambino.








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