Una processione lenta ma costante. Un pellegrinaggio fatto di dolore, impotenza, sgomento. C’è chi si ferma a pregare e accende un cero, chi porta fiori. Ci sono quelli semplicemente curiosi che armati di macchinetta fotografica portano a casa un’istantanea di morte. A poco più di una settimana dal tagico incidente avvenuto sull’A16 all’altezza di Monteforte e che costò la vita a 39 persone che tornavano da una gita, il luogo della tragedia conserva un’atmosfera spettrale. Accanto all’area posta sotto sequestro dalla procura della Repubblica, c’è un albero che ormai si è trasformato in altare. Ci sono le foto delle vittime, i messaggi lasciati dai familiari, le preghiere, foto del Papa e di Padre Pio. Sul fronte delle indagini sono due le novità di oggi. La prima è che la Procura ha nominato un super perito, l’ingegner Andrea Demozzi. Si tratta di un esperto in sicurezza stradale, coordinerà il pool già a lavoro sul luogo dell’incidente per verificare l’efficienza del bus e lo stato delle barriere stradali. La seconda notizia è che le inchieste sulla tragedia dell’A16 salgono a due. Oltre a quella della procura che vede indagati il titolare dell’agenzia di viaggi e due funzionari della società autostrada per il reato di omicidio plurimo e disastro corposo, ieri è stato aperto un altro fascicolo. L’inchiesta è stata avviata dall’Authority per la vigilanza sui contratti pubblici. L’obiettivo è quello di verificare la presenza di eventuali carenze nella manutenzione del tratto autostradale. Nel frattempo sta per nascere anche un comitato delle vittime. L’iniziativa arriva dall’associazione ‘’Basta sangue sulle strade’’ e sarà illustrata domani a Milano dove si valuterà la possibilità di costituirsi parte civile. Nelle prossime ore al Moscati di Avellino, inoltre, si terrà l’autopsia sul corpo dell’autista, Ciro Lametta, per stabilire se fosso sotto effetto di alcol o stupefacenti.








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