Costituito ufficialmente il comitato per le vittime dell’incidente sull’A16 avvenuto lo scorso 28 luglio all’altezza di Monteforte e nel quale morirono 39 persone.
L’iniziativa arriva dalla onlus ‘’Basta sangue sulle strade’’. Attivo anche un sito web. L’obiettivo è quello di battersi affinché si cerchi la verità e venga fatta giustizia su quel tragico episodio
Si tratta di una ONLUS radicata sul territorio nazionale, che si avvale di una struttura organizzativa stabile e professionale e di un team di esperti in materia di infortunistica stradale. il Comitato Familiari e Vittime della A16 si attiverà affinché venga fatta chiarezza. ‘’Interessi economici e lobby di potere come compagnie assicurative e gestori arterie autostradali, fanno sapere dal neonato comitato, dovranno essere affrontati e contrastati con decisione, con fermezza e con competenza, affinché venga evitato il rimpallo delle responsabilità". L’associazione è pronta a costituirsi parte civile nell’eventuale processo.
Intanto le indagini della Procura della Repubblica di Avellino procedono spedite. La Polizia Stradale sta raccogliendo tutti gli elementi per ricostruire l’accaduto. Si lavora anche alla realizzazione di un video tridimensionale in grado di mostrare tutte le fasi dell’incidente.
Martedì verrà conferito l’incarico al pool di esperti individuato dalla Procura che sarà coordinato dal super perito Andrea Demozzi, mentre prosegue l’inchiesta parallela dell’Autorità per la vigilanza e i contratti pubblici. Società autostrade ha 30 giorni di tempo per consegnare tutta la documentazione relativa agli ultimi cinque anni di lavori, in particolare quelli sul viadotto tra Baiano e Monteforte, tratto della tragedia.
Nel frattempo, in seguito ad un vertice in prefettura, sono partiti controlli di prevenzione nel settore dell’autotrasporto di merci e persone. Un tavolo tecnico sarà convocato presso la Questura per programmare le attività.
Si è svolta ieri, mercoledì 7 agosto, a Milano la conferenza stampa di presentazione della formazione del “Comitato Familiari e Vittime della A16”, che l’Associazione “Basta Sangue Sulle Strade Onlus” ha pensato di costituire all’indomani della tragedia dell’incidente stradale sulla Napoli-Canosa, nel quale hanno perso la vita 39 persone.
Vista l’importanza delle finalità del Comitato, annunciato in diretta su Rai News 24, l’Associazione avrebbe voluto effettuare la conferenza stampa nella città di Pozzuoli, la città più colpita dal lutto per numero di vittime. Per questo motivo nelle ore immediatamente successive ai funerali l’Associazione ha preso contatti con l’Amministrazione del Comune per un incontro preventivo con il sindaco, finalizzato ad offrire una struttura composta da un collegio di professionisti in ambito tecnico-legale, medico e psicologico, che già lavorano con l’Associazione. Dopo un’iniziale disponibilità, la Segreteria del Sindaco ha declinato l’invito definendo l’iniziativa come “privata” e invitando l’Associazione a proseguire nel suo lavoro. L’Amministrazione però non intendeva prenderne parte.
I vertici dell’Associazione tengono a sottolineare che il Comitato non è un’iniziativa “privata” in quanto Basta Sangue Sulle Strade è una Onlus e vuole offrire tutto il proprio contributo e tutta la propria esperienza a chi in questo momento ne ha bisogno. Non si può che prendere atto della scelta dell’Amministrazione ma l’Associazione non può voltarsi dall’altra parte.
Il “Comitato Familiari e Vittime della A16” è una struttura messa a disposizione gratuitamente delle famiglie colpite dalla tragedia, al fine di tutelare i loro interessi ed ottenere Verità e Giustizia. Il Comitato si attiverà affinché venga fatta chiarezza, sollecitando le Autorità preposte perché svolgano adeguate ed approfondite indagini per individuare le responsabilità e comminare la giusta punizione. Essenziale l’intervento dell’Avvocato Alessandro Nolli, Presidente della Commissione legale dell’Associazione, che alla platea presente ha spiegato dal punto di vista legale, l’importanza di intervenire nell’immediato: “Solo partecipando fin da subito con un team di consulenti di parte alle operazioni peritali e di accertamento “non ripetibili” disposte dalla Procura è possibile acquisire degli elementi probatori fondamentali che si riveleranno utili anche in un eventuale procedimento civile che seguirà. I consulenti di parte vigilerebbero sull’operato dei consulenti della Procura assicurando ed indirizzando le indagini, rilevando degli elementi magari sottovalutati. Ciò significa che se le famiglie non sono adeguatamente assistite sotto il profilo legale e tecnico rischiano di diventare nuovamente vittime di indagini inadeguate o insufficienti. Il supporto tecnico di parte eviterebbe tutto ciò”.
L’Associazione lancia dunque un allarme: ad oggi non risulta che siano stati nominati consulenti per le parti offese, dunque queste sarebbero prive di tutela. L’urgenza di formare il Comitato è dettata dall’urgenza di nominare i consulenti.
Il concetto dell’importanza del ruolo di un perito di parte è stata sottolineata in maniera più netta dall’Ingegner Mauro Balestra, tecnico ricostruttore ed esperto del settore automobilistico, che collabora da tempo con l’Associazione: “In questa fase degli accertamenti è assolutamente necessario che ogni parte, e quindi anche quella dei sopravvissuti e delle Famiglie delle Vittime, sia rappresentata e possa così essere parte attiva e propositiva nell’inchiesta. Determinante è allora il lavoro congiunto del Rappresentante legale affiancato dallo specialista. Infatti, il compito dello specialista scientifico di parte è innanzitutto quello di controllore dell’operato del Consulente Tecnico del Pubblico Ministero ma, altrettanto importante è il suo ruolo propositivo nel suggerire questo o quell’accertamento supplementare. Lavorando fianco a fianco con il Rappresentante Legale il raggio d’azione del Consulente di Parte è anche più ampio poiché dovrà evidenziare, oltre ogni elemento decisivo per la valutazione delle colpe, anche ogni elemento utile poi alla relativa valutazione del danno civile, cosa questa che non compete al Consulente del PM. Questa partecipazione attiva delle parti lese all’inchiesta, sarà veramente efficace solo se la stessa si svolgerà fin dal principio in forma propositiva e di verifica. Solo così la ricerca della verità per la tutela degli interessi penali e civili delle Vittime e delle loro Famiglie potrà essere garantita. Inoltre per il Bus della A16 nessuno ha parlato della sua Blackbox, eppure fin dal lontano 1970 in Europa tutti i veicoli pesanti ed in particolare quelli destinati al trasporto di persone hanno una loro “scatola nera”: il cronotachigrafo, detto anche odocronografo. Quello del bus in oggetto, trattandosi di un veicolo non molto recente, è di tipo a registrazione giornaliera su disco cartaceo. Per estrapolare tutte le informazioni che si possono desumere dalla traccia di registrazione tachigrafica è necessario ricorrere alla sua elaborazione microscopica e nel caso di un’inchiesta la lettura computerizzata è sicuramente la più attendibile essendo anche accertamento “ripetibile”. Per esempio il caso del bus uscito nel 2005 sul Gran San Bernardo (14 morti), di cui ho curato questo tipo di elaborazione dei dati registrati, è stato interamente risolto con questa analisi. Sono accertamenti di laboratorio la cui metodologia è coperta da mio brevetto e che svolgo anche per l’Istituto di Polizia Scientifica dell’Università di Losanna. In Italia non esistono esperti capaci di svolgere la lettura microscopica del disco con relativa elaborazione, in particolare nessuno è formato ed abilitato alla stessa”.
L’adesione al Comitato Familiari e Vittime della A16 sarà garanzia di tutela in forma collettiva attraverso una struttura compatta e un supporto tecnico-ricostruttivo, legale e psicologico gratuito, professionale, specialistico ed adeguato. E’ possibile aderire consultando il sito internet www.comitatovittimea16.it, sul quale è presente un form da compilare. Inoltre il sito è continuamente aggiornato con notizie che riguardano lo svolgimento della vicenda proprio perché l’attenzione sia sempre tenuta alta e chi ha perso la vita non cada nel dimenticatoio. Strumento utile a questo fine sarà anche la pagina Facebook “Comitato Familiari e Vittime A16”.
Nel sito è presente anche la possibilità di una raccolta fondi. Si può scegliere di effettuare una donazione all’intero Comitato o alla singola famiglia: con Carta di credito collegandosi al sito www.comitatovittimea16.it; con Conto Corrente Postale n. 97175442 intestato a Basta Sangue Sulle Strade Onlus o con Bonifico Bancario intestato a Basta Sangue Sulle Strade Onlus - Iban IT 91 R 0760 1016 0000 00971 75442. Inoltre, come annunciato dal Vice Presidente dell’Associazione Alen Custovic, il Consiglio Direttivo ha deciso di mettere a disposizione la somma di 100mila euro come anticipo risarcimento da destinare alle famiglie aderenti al Comitato. Questo perché Il sostegno economico è ora più che mai di fondamentale importanza. In molte famiglie colpite dal grave lutto sono deceduti proprio coloro i quali si occupavano del sostentamento della famiglia.
Gradita in platea la presenza, in rappresentanza della Polizia Stradale, del dottor Federico Baglioni, Dirigente del COA, Centro Operativo Autostradale di Milano e della famiglia Colosini dalla quale è nata, nel 2009, l’Associazione Basta Sangue Sulle Strade Onlus, fortemente voluta dalla signora Isabella Smussi, mamma di Luigi Colosini, vittima di un incidente stradale e attualmente in stato di coma vegetativo di grado 2. La presenza della famiglia e di Luigi stesso, per volere dei fratelli, vuole testimoniare la vicinanza a tutte le famiglie colpite dal lutto.
Il messaggio che l’Associazione vuole lanciare mettendosi a disposizione delle famiglie e delle vittime della A16 dando loro l’opportunità di riunirsi in un Comitato e di essere supportati da professionisti esperti può essere racchiuso nelle dichiarazioni conclusive: “Non sarete lasciati soli ad affrontare questo dramma. Daremo voce alle Vostre inquietudini, ai Vostri pensieri e risposte chiare alle Vostre domande”.
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