“Un detenuto di 29 anni, africano, affetto da patologie mentali, si è impiccato nella notte nella sua cella della Casa Circondariale di Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari. Sale dunque a 67 la tragica conta dei ristretti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno (più un internato in una REMS), cui bisogna aggiungere 3 operatori. Se, per pudore nei confronti di altri drammatici teatri, non parliamo di bollettino di guerra, di certo è qualcosa che vi si avvicina molto, nella sostanziale indifferenza della politica di maggioranza”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Ad Ariano Irpino 286 detenuti sono stipati in 216 posti (+32%), mentre la Polizia penitenziaria conta solo 141 operatori quando ne servirebbero almeno 231 (-39%). Una situazione gestionale e operativa insostenibile, come nel resto d’Italia dove i reclusi sono 63.233 e i posti appena 46.489 (+36%) con la mancanza di oltre 20mila agenti alla Polizia penitenziaria”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Servono subito provvedimenti deflattivi del sovraffollamento detentivo, per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, garantire l’assistenza sanitaria, ristrutturare gli edifici, implementare gli equipaggiamenti e avviare riforme complessive. Peraltro, pure alcune misure contenute nella bozza della legge di bilancio appaiono di impatto negativo, parziali e propagandistiche. Serve una svolta immediata”, conclude De Fazio.
MORTO SUICIDA STANOTTE UN DETENUTO NEL CARCERE DI ARIANO IRPINO (AV). IL GARANTE SAMUELE CIAMBRIELLO: “L’EPIDEMIA OLTRE L’ANONIMATO DEI NUMERI, L’INDIFFERENZA DELLA POLITICA COME UN PUGNO NELLO STOMACO.”
Ad Ariano Irpino, nella nottata tra il 19 e il 20 ottobre si è consumata l’ennesima tragedia all’interno di un istituto penitenziario italiano. Joseph Luki, cittadino nigeriano di circa 40 anni, è stato trovato privo di vita all’interno della sua cella.
L’uomo lascia una moglie e due figli piccoli. Il Procuratore della Repubblica di Benevento ha disposto l’esame autoptico, la salma è stata trasferita presso l’Ospedale “San Pio” di Benevento per gli accertamenti medico-legali. In Italia siamo, con quello di Ariano Irpino, al sessantottesimo suicidio, dato allarmante, di cui il sesto in Campania (dall’inizio dell’anno: due suicidi a Poggioreale, due suicidi a Secondigliano, un suicidio a Benevento ed uno a Santa Maria Capua Vetere).
Sul suicidio di stanotte del quarantenne Joseph Luki, il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello dichiara quanto segue:
“L’emergenza, l’epidemia dei suicidi sembra non arrestarsi. C’è un vero e proprio pugno nello stomaco nell’indifferenza sia della politica che della società civile. Il governo, dalla sua parte, nega addirittura che ci sia un allarme legato ai suicidi.
Come Garanti abbiamo richiamato più volte l’appello-denuncia del Presidente Mattarella
<< al rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti, anche per chi si trova in carcere. L’alto indice di suicidi è prova di condizioni inammissibili, tra cui quelle del sovraffollamento >>
Le motivazioni che portano al suicidio sono molteplici, l’attenzione per noi è una emergenza intollerabile scolpita in quei numeri che indicano che nelle carceri si continua a morire. Se poi a questi numeri aggiungiamo anche già le 36 morti in carcere per cause da accertare ci rendiamo conto di questo interminabile supplizio.
La politica deve intervenire sul sistema penitenziario, non agendo solo in modo pomposo sulla comunicazione della creazione di più posti e di ulteriori carceri, ma implementando il numero del personale educativo, degli psicologi, dei mediatori linguistici e, infine, ma non per importanza, anche sulla creazione di più misure alternative al carcere” conclude il Garante Ciambriello.
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