Il Comune di Benevento nella bufera per presunte irregolarità legate ad appalti pubblici. Scatta l’Operazione mani sulla città, un indagine nel quale risultano 61 indagati. Coinvolti anche il sindaco, il presidente del Consiglio comunale ed un ex assessore. L'inchiesta della Procura sannita, partita nel 2010, ha portato oggi all'emissione di 14 misure cautelari a carico di altrettanti amministratori, funzionari pubblici, tecnici comunali di Benevento, ed imprenditori locali e del casertano. Le accuse contestate sono concussione anche elettorale, corruzione, truffa aggravata, turbative di gara, frode nelle forniture per opere pubbliche, falsità ideologiche, abusi d’ufficio e frodi fiscali. Per il primo cittadino, Fausto Pepe, il gip, su richiesta del pubblico ministero, ha disposto l'obbligo di dimora fuori la città di Benevento. L'attuale presidente del Consiglio comunale, Luigi Boccalone, e l'ex assessore ai Lavori pubblici, Aldo Damiano, sono stati colpiti da ordinanze di custodia cautelare in carcere. Dal comunicato ufficiale diffuso dalla Procura della Repubblica di Benevento, circa le misure cautelati e restrittive eseguite questa mattina dalla PG e dalla Digos, emerge uno spaccato criminale amministrativo incrociando di dati forniti dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita. Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio economico ed amministrativo, e dietro attività formalmente lecite, si puntava al controllo di appalti pubblici e affidamento dei servizi. Tutti i componenti del sistema criminale, sindaco, consiglieri, dirigenti, funzionari e tecnici comunali, insieme agli imprenditori – dicono dalla Procura – si muovevano in sinergia per procacciarsi illeciti profitti personali. In alcune occasioni, pubblici amministratori e funzionari hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento ad una cooperativa sociale in cambio di consensi elettorali. Ma sono emerse anche minacce di licenziamento nei confronti dei soci lavoratori di tale cooperativa al fine di obbligarli ad esprimere il loro voto a favore di tali politici. La Procura parla di un vero e proprio “comitato trasversale di affari” che ha determinato un condizionamento e inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con ricadute sulla credibilità dell’ente comunale.
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