E’ di Pellegrino Leo il cadavere in avanzato stato di decomposizione rinvenuto presso l’ex Isochimica di Borgo Ferrovia. Trentacinque anni, di Sant’Angelo a Scala si sarebbe impiccato utilizzando come corda un cavo elettrico legato ad una trave. Di lui non si avevano più notizie da aprile. Il caso era finito anche su chi l’Ha visto. Disoccupato, Pellegrino, aveva lasciato un biglietto alla moglie nel quale annunciava l’intenzione di farla finita. L’identificazione del cadavere è stata possibile grazie alla carta d’identità che aveva nella tasca dei pantaloni. Accanto al corpo bottiglie di plastica e pacchetti di sigarette. Il suicidio risalirebbe ad almeno 5 mesi fa. Sul posto sono accorsi i Vigili del fuoco, la Polizia Scientifica e il medico legale Lamberto Pianese. La macabra scoperta, nel primo pomeriggio, è stata fatta dalla Guardia Forestale ed è stata in qualche modo casuale. Nella mattinata i giornalisti, in zona per raccontare l’istallazione delle centraline Arpac, avevano allertato le forze dell’ordine perché il cancello dello stabilimento era stranamente aperto a causa, si è saputo dopo, di un furto di rame avvenuto nella notte. Nel successivo sopralluogo effettuato dalla Forestale per verificare se altro materiale fosse stato trafugato, è stato rinvenuto il cadavere. Sul posto anche gli ex operai della fabbrica dei veleni: ‘’Questo stabilimento si conferma maledetto’’, hanno commentato sbigottiti. Tanti i lavoratori morti a causa dell’amianto che lì dentro veniva lavorato nella scoibentazione dei treni; tante le persone che si sono ammalate. L’episodio di queste ore contribuisce a fare dell’isochimica, nell’immaginario collettivo, un simbolo di morte. Con la bonifica, se e quando arriverà, ci si augura che quest’angolo della periferia di Avellino possa tornare a vivere, respirare senza l’ombra di un passato ancora troppo ingombrante.
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