Giunto alla sua trentesima edizione con un tema molto attuale come il costruire, Futuro Remoto continua ad essere un evento amato e apprezzato dal pubblico. Era il 1987 quando il fisico Vittorio Silvestrini, in occasione del Congresso nazionale della Società Italiana di fisica che si tenne a Napoli, decise di organizzare un evento aperto al pubblico per facilitare la divulgazione di tematiche appannaggio non di tutti. Anno dopo anno, Futuro Remoto continua ad essere uno degli appuntamenti più rilevanti per la diffusione della cultura scientifica del nostro paese, grazie anche alla capacità organizzativa di Città della Scienza.Quest’anno, per la seconda volta nella sua storia, la manifestazione lascia Coroglio per insediarsi in uno dei punti di maggior fascino del capoluogo campano, Piazza del Plebiscito. Da ieri e fino a domenica, le installazioni ospiteranno laboratori scientifici, incontri, conferenze, dimostrazioni e spettacoli, attirando scolaresche, ragazzi, professionisti e appassionati. Le isole tematiche all’interno delle quali curiosare saranno nove: Terra madre (clima, energia e ambiente); Corpo e Mente (salute, benessere e stili di vita); Il futuro del cibo (il cibo di ieri di oggi e domani, tra scienza e società, storia e tradizioni); Smart cities (ricerca, sviluppo sostenibile, diffusione di beni e servizi etici); Orizzonti mediterranei (ricerca, comunità, flussi migratori e inclusione sociale); Comunico ergo sum (istruzione, comunicazione, new community e digital divide); Mare nostrum (storia, ricerca, innovazione e Blue economy); Odissea nello Spazio (dalla frontiere della ricerca aerospaziale, all’infinitamente piccolo e infinitamente grande dell’Universo); Quarta Rivoluzione industriale (makers, fablab, open lab e fabbriche del futuro).

Elisa Manacorda