I dati consegnano un quadro che definire allarmante è poco. Secondo l’osservatorio sull’occupazione della Cisl in provincia di Avellino coloro che non hanno un lavoro sono il 10,5%. Percentuale in aumento rispetto al dicembre del 2011 dello 0,4%. Ma quello che più preoccupa è la condizione dei giovani. In Irpinia ben il 54,1% non ha un lavoro. Dati che si inseriscono in un contesto regionale tutt’altro che dinamico. In Campania l’inattività lavorativa sfiora il 15%. Nel frattempo, su tutto il territorio, anche chi ha un lavoro lo perde oppure è costretto a vivere di ammortizzatori sociali. Le ore di cassa integrazione nel mese di marzo, infatti, sono il doppio di quelle registrate a febbraio. Segno che le imprese sono in affanno, che non aumentano la produzione, che anzi la diminuiscono con la conseguenza che i dipendenti finiscono per lo stare più a casa che in fabbrica.
Ci sono, però, anche dei settori dove il lavoro ci sarebbe: il problema sta nell’incongruità tra domanda e offerta. Tra le figure che il mercato richiede ci sono cuochi, camerieri; operai specializzati e conduttori di impianti nelle costruzioni; operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche; personale di segreteria e personale ausiliario amministrativo; conduttori di mezzi di trasporto e di macchinari mobili.
Sempre secondo lo studio della Cisl, nel prossimo trimestre in provincia di Avellino si prevedono 640 assunzioni, di queste oltre la metà a tempo determinato. Troppo poco per fermare l’emorragia che si muove in senso contrario. Preoccupante, infine, anche il calo nella stipulazione di mutui, così come l’aumento del fenomeno dell’usura.
Commenta l'articolo