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Economia

Export, l'Irpinia resiste al trend negativo. Alla Camera di Commercio il "Rapporto Irpinia 2013"

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Un export ancora in gran forma che sfiora il miliardo di euro, un’accresciuta competitività delle nostre produzioni tipiche: così l’Irpinia resiste al vortice negativo del trend economico italiano. Venerdì 14 giugno, alle ore 10,30, presso la sede camerale di Piazza Duomo, il presidente Costantino Capone presenterà il  “Rapporto Irpinia 2013”, curato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Avellino.
Interverranno il professor Paolo Stampacchia, ordinario di Economia e Gestione delle imprese dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ed il professor Amedeo Di Maio Ordinario di Scienze delle Finanze dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.  
Al termine della presentazione, si terrà la premiazione di “Irpinia Green Economy Award”. Sono 16 le candidature complessivamente pervenute e la premiazione delle aziende vincitrici è stato frutto di una difficile selezione perché  molte presentavano proposte di grande interesse, per l’ambiente, per la qualità della vita dei cittadini, dei lavoratori o delle comunità locali.
Le realtà premiate dimostrano la vitalità dell’Irpinia che ha accettato la sfida della Green Economy e che punta su innovazione, ricerca e tutela dell’ambiente per competere. Per l’edizione 2013 saranno premiate: 
SEZIONE “Impresa Green Esistente”:
BRUNO SRL con sede in Grottaminarda (settore Gruppi Elettrogeni)
I.P.S. (INDUSTRIA PRODUZIONE SEMILAVORATI) S.R.L. con sede San Martino valle Caudina (settore riciclo materiali inerti)
SEZIONE “Start-up Green”:
Elio Di Gregorio Scampitella (settore energie rinnovabili).
La crisi c’è e, di certo, non passerà tanto velocemente. Quasi 2.500 aziende in provincia di Avellino  nell’ultimo anno hanno preferito uscire dal mercato, con la conseguente perdita non solo di posti di lavoro, ma anche di competenze e tradizioni importanti. “Non serve a nulla, però – afferma il presidente della Camera di Commercio di Avellino Costantino Capone -  continuare a piangersi addosso, facendo riferimento a dati e indici negativi che fotografano le difficoltà di un’economia che in Campania, come in Italia, non riesce a riprendersi”. La prima ragione di ottimismo per il presidente Capone è legata all’economia internazionale: «Il mondo continua a crescere trainato dai paesi emergenti e dalle politiche espansive di alcuni Stati».  Da considerare anche un riorientamento delle vendite all’estero verso i mercati di sbocco più promettenti.”Occorre analizzare i dati – aggiunge Capone – cercando di individuare le vie della crescita che laddove sono state percorse hanno dato risultati positivi. Mi riferisco alla diversificazione produttiva, all’ampliamento dei mercati di esportazione, alla qualità del prodotto,all’innovazione tecnologica”. E ancora il presidente Capone sottolinea che anche se il fenomeno della natalità imprenditoriale ha perso di vigore rispetto allo scorso anno, occorre tenere in adeguata considerazione la vitalità dei giovani che tendono a fare impresa soprattutto nel settore delle nuove tecnologie. “Ed è il segno – conclude Capone -  che la vena irpina di imprenditorialità non si è affatto esaurita. Ed  è un fattore vincente quando è collegata all’innovazione. Ci sono  tutti i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa”.  In questa ottica è da considerare prioritario il superamento del gap infrastrutturale dell’Irpinia e anche se il dato rimane negativo, qualcosa si sta muovendo nell’individuazione di un piano che ridefinisca in maniera adeguata le reti di trasporto e la mobilità  e che tenga in giusto conto l’importanza delle reti telematiche 
Sul fronte dell’occupazione si registra il dato più preoccupante per la provincia di Avellino: nel 2012 il tasso di disoccupazione sale al 15,2% il livello più alto degli ultimi dieci anni, con un incremento rispetto allo scorso anno del 10%. Di certo nell’attuale fase recessiva, per far ripartire il ciclo economico sarebbe importante favorire un’iniezione di investimenti in primo luogo da parte del settore pubblico facendo ripartire un meccanismo di opere pubbliche, anche di piccola entità, con conseguenti ricadute positive in termini di ripresa delle attività economiche e sulle condizioni delle famiglie. Ed è necessario a questo punto ribadire l’importanza di risolvere l’annosa questione dei pagamenti arretrati dovuti dalle Pubbliche amministrazioni alle imprese con la definizione di un piano di manutenzione e accelerazione. I ritardi nei pagamenti, infatti, rendono la situazione delle aziende ancora più critica.” Le imprese precisa Capone - non possono essere il banchiere dello stato. Se forniscono un bene o un servizio, secondo quanto previsto dagli accordi, devono essere pagate in tempi rapidi. Altrimenti salta il sistema dei prezzi, si scatena la corsa alla cessione del credito, si percorrono strade non lineari che possono portare anche alla corruzione”.  
Anche l’accesso al credito rimane una nota dolente. Si confermano inoltre altri due fenomeni che da più anni interessano il contesto socio-economico irpino: l’invecchiamento della popolazione e la costante riduzione dei flussi turistici, sempre meno attratti da un territorio in realtà ricco di motivi d’interesse ma di fatto poco conosciuto. 

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