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Economia

Irpinia, aumentano imprese e occupati: all'Expo il report sulla provincia di Avellino

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Aumentano le imprese registrate in Irpinia e, con esse, cresce anche il tasso di occupazione. 
Sono numeri che incoraggiano quelli illustrati dal presidente della Camera di Commercio di Avellino, Costantino Capone, nell'ambito dell'Esposizione Universale di Milano, durante l'incontro – moderato dal giornalista del Tg1 Michele Renzulli - incentrato sulle importanti opportunità di investimento che la terra irpina offre sul palcoscenico economico globale e che ha visto portare la loro testimonianza Otello Natale, amministratore delegato di EMA spa - Europea Microfusioni Aerospaziali – e Federica Vozzella, azionista di maggioranza di Desmon spa.  
Il presidente dell'Ente camerale di Piazza Duomo ha informato che sono 43.972 le imprese con sede in provincia di Avellino, di cui 2.496 hanno avviato l'attività nell'ultimo anno a fronte delle 2.399 che l'hanno cessata, per un saldo attivo di 97 unità.
Di queste, oltre 14.000 operano nel settore commercio e più di 12.000 nel settore agricoltura, con l'industria, che vede in provincia di Avellino circa 7.000 imprese attive, che rappresenta il 13,5% del mercato complessivo.
Tra i dati più interessanti relativi al mondo dell'impresa in Irpinia, spicca senza dubbio quello legato all'imprenditoria femminile: le aziende in rosa in provincia di Avellino sono 13.258, vale a dire il 30,1% dello stock imprenditoriale di tutta la provincia.
Numeri che pongono l'Irpinia al secondo posto tra le province d'Italia per quota di imprese femminili, alle spalle della sola Benevento. 
Il 77,8% delle aziende guidate da donne sono registrate sotto forma di ditta individuale.
La maggior parte opera nel settore agricoltura (42%). A seguire il commercio (23,8%), l’industria (8,8%) e il turismo (5,6%).
Anche l'imprenditoria giovanile rappresenta un fenomeno positivo per l’Irpinia ma va comunque incoraggiata. Con 5.821 unità, le imprese guidate da under 35 rappresentano il 13,3% del totale delle imprese in provincia di Avellino (in Campania sono il 14,4% del totale; in Italia il 10,8%). 
Nell’ultimo anno sono nate 1.051 imprese guidate da under 35 e 478 sono cessate per un saldo positivo di 573 unità.
Ancora poco sviluppata è, invece, l’imprenditoria straniera in Irpinia che, con 2.374 unità, rappresenta il 5,4% del totale (in Campania è il 5,3%, in  Italia l'8,2%).
Nell’ultimo anno sono nate 173 imprese guidate da stranieri e 164 sono cessate per un saldo positivo di 9 unità. I principali settori in cui operano sono il commercio al dettaglio (30,7%), l'agricoltura (13,8%),  costruzioni (10,7%), i servizi di ristorazione (5%) e i servizi alla persona (6,0%).
Le imprese straniere sviluppano un'occupazione di 4.915 addetti pari al 5,2% del totale (di cui 3.500 Extra UE). 
Questi i principali Paesi di origine delle imprese straniere: 36,7% altri Paesi d’Europa (soprattutto Svizzera), 28,8% Paesi comunitari, 9,3% America centrale e del Sud, 7,9% Africa settentrionale e 6,3% America settentrionale.
Per ciò che concerne il mercato del lavoro, in Irpinia negli ultimi 5 anni le forze di lavoro crescono di 10 mila unità raggiungendo la cifra di 168.000 persone attive residenti in provincia.
Il tasso di attività in provincia di Avellino è pari al 57,8% mentre in Campania è al 50,8% e in Italia al 63,5%(Fonte: Istat Forze di Lavoro)
Il tasso di occupazione in Irpinia è al 49,82%, dieci punti percentuali in più rispetto alla media regionale (in Italia è al 55,6%).
Se da un lato si assiste ad una diminuzione dell'occupazione standard, dall'altro cresce il ricorso a contratti flessibili ed il lavoro autonomo.
Del totale degli occupati in provincia di Avellino, 99.500 sono nei servizi (+5,3%), 24.700 nell’industria in senso stretto (-7,5%), 13.300 nelle costruzioni (+9,6%), 8.200 in agricoltura (+29%).
L’industria manifatturiera è l’unico settore in calo con 1.900 posti di lavoro in meno. 
Da segnalare che il tasso di disoccupazione cala solo in Irpinia (è al 13,6%, nel 2012 era al 15,2%) mentre in Campania (21,5%, nel 2012 era 19,3%), in Italia  (12,2%, nel 2012 era 10,7%) ed in tutte le macro-aree italiane aumenta d’intensità.

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