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Economia

Tensioni con gli Usa: la valuta dell’Iran è ai minimi storici

La valuta dell’Iran sta attraversando un momento estremamente delicato, scendendo a un nuovo minimo storico in confronto al dollaro a stelle e strisce. La motivazione di un simile trend negativo è da ricercare soprattutto nella scelta, sbandierata ai quattro venti, da parte della guida suprema della nazione iraniana di fare un passo indietro rispetto agli Usa e alla possibilità di intraprendere conversazioni e colloqui.

Al momento, segnali di apertura stanno continuando ad arrivare dagli Stati Uniti, con il numero uno del Paese, Donald Trump, che sta muovendo i primi passi verso una soluzione ben specifica, che è quella di aumentare la pressione e la campagna mediatica con l’Iran.


Cosa è successo alla valuta iraniana
La moneta del Paese iraniano ha subito un colpo al ribasso arrivando a quota 892.500 per dollaro sul mercato non ufficiale, dopo che qualche giorno prima si era già arrivati a quota 869.500 rial per dollaro, ma non è stata una sorpresa per gli esperti di forex e degli altri mercati. Diversi siti specializzati, tra cui bazar360.com, hanno messo in evidenza come un dollaro è stato poi venduto per la quota di 883.100 rial, mentre il portale specializzato Asr-e-no ha indicato un rapporto di scambio tra dollaro e rial pari a 1:891.000.


La strategia risparmiatrice di tanti iraniani
In via ufficiale è stato confermato il tasso di inflazione pari addirittura al 35% nel Paese iraniano ed è questo il motivo principale che ha portato gli investitori iraniani ad andare alla ricerca di maggiore sicurezza per i propri risparmi. In tal senso, è comprensibile la scelta di comprare dollari e altre valute che sono particolarmente forti sul mercato in questo momento, senza dimenticare anche un altro bene rifugio come l’oro, piuttosto che le criptovalute. Tutte queste mosse da parte dei risparmiatori iraniani fanno senz’altro pensare come il momento sia particolarmente difficile per quanto concerne la valuta iraniana.

Dando uno sguardo al quadro che ha portato il dollaro a riacquistare valore rispetto alla valuta iraniana, è inevitabile tornare con la mente a novembre, quando negli Usa è arrivata in via ufficiale la notizia del secondo mandato di Trump. Ebbene, in quel periodo, il dollaro era stato prezzato qualcosa come 690.000 rial, in ragione proprio della previsione diffusa secondo la quale il presidente degli Stati Uniti avrebbe ben preso rimesso mano alla sua strategia di grande pressione nei confronti del Paese iraniano, magari provvedendo all’inasprimento di alcune sanzioni, piuttosto che garantendo l’autorizzazione ad Israele nell’effettuare il lancio di missili per colpire i più importanti siti nucleari del Paese.

Correva l’anno 2015, per chi non lo sapesse, quando l’allora presidente degli Usa, Barack Obama, aveva preso una decisione di portata mondiale, stringendo un’intesa con l’Iran sul nucleare. Ebbene, solamente tre anni dopo, nel 2018, ecco che la storia veniva stravolta, con Donald Trump che non ci pensò due volte a ritirarsi da tale accordo. Non solo, dato che Trump aveva dato il via libera al ritiro dall’intesa, ma al contempo ha avallato anche la reintroduzione delle sanzioni pecuniarie che, negli anni precedenti, erano state decisamente ammorbidite. Per chi non lo sapesse, tramite quell’intesa i due Stati si erano accordati nel senso di imporre un tetto massimo alla capacità del Paese iraniano di proseguire nel processo di arricchimento dell’uranio, contenendo così l’attività di produzione di materiale fissile per la realizzazione di spaventose armi nucleari.

In realtà, l’andamento della valuta iraniana è decisamente legato a doppio filo a questi momenti appena descritti avvenuti nella seconda decade degli anni Duemila. Sì, dato che ha lasciato per strada addirittura più del 90% del suo valore dal momento in cui Trump prese la decisione, ben sette anni fa ormai, di reinserire le sanzioni di natura economica contro l’Iran.

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