"In merito alla decisione assunta dal CdA dell’Alto Calore Servizi con verbale n. 56 del 29/04/2013 sull’abbandono del “minimo impegnato” per le utenze domestiche – dichiara Sibilia – la prima cosa che ha suscitato il malumore degli utenti è stata la mancata campagna di informazione preventiva sul nuovo sistema. A questa assenza di comunicazione, fatto di per sè grave, si aggiunge anche la discutibile gestione nella fase di passaggio dal vecchio al nuovo modo di determinare le tariffe in quanto ad oggi risulta non sia mai avvenuta una lettura dei contatori o quantomeno un avviso di autolettura per determinare in modo preciso i nuovi consumi. In effetti, l’Alto Calore, ha sempre addebitato in fattura importi secondo letture stimate che, in tanti casi, si rivelano superiori o inferiori ai mc realmente utilizzati. Ora, come si determinano gli importi nei casi di mc in eccedenza? In base alle nuove tariffe? Molti cittadini, inoltre, lamentano la scarsa trasparenza nella descrizione delle voci in fattura, come nel caso di “tariffa primo supero acconto” e “tariffa secondo supero acconto”, per non parlare, poi, del deposito cauzionale che non si capisce bene in base a quale principio venga addebitato. Ricordo ai vertici dell’Alto Calore Servizi che l’acqua è ancora un bene pubblico e che in nessun modo può essere trattata come prodotto commerciale» – aggiunge Sibilia, che auspica l’avvio di una fase di approfondimento delle decisioni prese tenendo in debito conto le numerose osservazioni avanzate in questi mesi dalle associazioni di categoria. Da ultimo, il deputato del Movimento 5 Stelle sollecita la presidenza a dare quanto prima risposta alla sua richiesta di accesso ai bilanci dell’Ente , inviata il 21 ottobre scorso, e a ristrutturare il sito on line nel rispetto della vigente normativa in materia e a garanzia della trasparenza e della completezza dell’informazione.
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