Bersani, Monti, Alfano e Casini. Chi immaginava di poter vedere una foto simile in Irpinia (magari con De Luca, Sibilia e De Mita) rimarrà deluso. Dalle nostre parti tra Pd e Udc è muro contro muro. La proposta di applicare il modello Monti anche in provincia di Avellino, lanciata dal senatore democratico Enzo De Luca dalle colonne del "Mattino’’, è stata presto rispedita al mittente dal segretario provinciale dello scudocrociato Maurizio Petracca. Per il dirigente Udc l’idea di De Luca si scontra con i fatti messi in campo dal Pd. Il riferimento è al Piano di Zona sociale dell’Alta Irpinia, dove si era tentato un accordo poi, secondo Petracca, stracciato dal Pd, che ha preferito far valere la logica dei numeri. E ciò nonostante all’Ato i centristi avessero mostrato segnali d’apertura votando il bilancio del centrosinistra. La storia della contrapposizione tra Pd e Udc viene da lontano, da quando De Mita, correva l’anno 2008, decise di uscire dal partito di Veltroni per aderire a quello di Casini. Da allora in tutti gli enti si è scatenata una guerra senza quartiere per la conquista di Consigli di Amministrazione: dall’Alto Calore all’Asi; dalle Comunità Montane fino ai Piani di Zona. Negli ultimi tempi la contrapposizione sembrava essere scemata. La lotta intorno alla gestione del consorzio sociale Alta Irpinia ha riaperto una frattura che covava da tempo e che a questo punto appare insanabile.
Il Pd chiede all’Udc di scegliere con chi stare, se con il centrodestra o con il centrosinistra. Ma i centristi rifiutano la logica del bipolarismo preferendo lo schema delle alleanze programmatiche a geometria variabile, che per il Pd però è solo un modo per continuare a mettere in campo la politica dei due forni, governando, a seconda dei casi, con schieramenti diversi.
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