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Politica

Amministrative, Lomazzo: "In Irpinia poche donne in giunte e consigli"

Lomazzo

Dalla Consigliera di Parità, Domenica Lomazzo riceviamo e pubblichiamo: Il voto nei 31 comuni della nostra provincia costituisce una grande opportunità per  promuovere ulteriormente la presenza delle  nostre donne nei consigli  e nelle giunte comunali. Il mio auspicio è che le donne candidate si impegnino con determinazione  per essere elette e, soprattutto, che i sindaci  eletti ottempirino al dettato normativo vigente nel garantire un' equa rappresentanza di donne e uomini nei luoghi delle decisioni.Nonostante il susseguirsi di  numerosi dettati normativi volti alla promozione  di un' equa rappresentanza delle donne  nelle giunte degli enti locali, persiste, ad oggi,  una incomprensibile e diffusa negazione del loro accesso  nella gestione della res pubblica.   E' cio nonostante che   l 'art. 2,comma 137 della legge 7 aprile 2014,n.56, sia  chiaro nel prevedere che: ”nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti ,nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore  al 40  per cento ,con arrotondamento aritmetico” e nonostante che gli artt. 3 e  51 della Costituzione sanciscano chiaramente un principio di  uguaglianza nell'accesso alle cariche pubbliche,  decine di comunità irpine sono amministrate da giunte costituite completamente  da soli uomini o , comunque, non rispettose ancora del  dettato normativo. Nei comuni irpini si registra,infatti, un misero 16% di presenze femminili nelle giunte ed un misero 15 % nei consigli comunali. E' necessario applicare, ad adiuvandum della promozione delle donne nelle giunte,   la  circolare del Ministero dell’Interno del 24 aprile 2014, Dipartimento Affari Interni e Territoriali, e non come arma di difesa per colmare lacune , inadempienze e mancanza di volontà.  Modificare gli Statuti degli enti locali non è impresa impossibile, come  non è impresa difficile trovare tra le donne della propria comunità chi vuole impegnarsi per il bene e lo sviluppo del proprio territorio .   Inoltre, la   legge  120 del 2011  prevede l'equilibrio di genere anche negli organi delle società quotate e delle societa', costituite in Italia e controllate da pubbliche amministrazioni ai sensi dell'articolo 2359, commi primo e secondo del codice civile, non quotate in mercati regolamentati. Questa norma prevede, di fatti, che il genere meno rappresentato deve avere almeno un terzo del numero degli amministratori eletti.Alla luce del dettato normativo ed a seguito di continue segnalazioni di cittadini, cittadine ed organismi di parità che lamentano la scarsa presenza delle donne  sia nelle giunte degli enti locali della nostra provincia, sia  nei consigli di amministrazione delle società irpine controllate da pubbliche amministrazioni , avverto il dovere di sollecitare  i sindaci del territorio irpino ed i presidenti di consigli di ammistrazione ad adeguarsi alla normativa vigente in materia, garantendo una equilibrata presenza di donne ed uomini nelle giunte e  nei consigli di amministrazione, ciò anche al fine di evitare inutili e dispendiosi contenziosi e ,soprattutto, per contribuire a sbloccare un sistema deficitario in termini di democrazia rappresentativa. L' appello è rivolto, soprattutto, ai sindaci  , affinché si avvalgano, negli organi esecutivi dei loro enti, delle competenze e delle sensibilità delle donne ,e  non solo puramente per adeguarsi a quanto previsto nella normativa citata ma,soprattutto, perché le donne  portano con sé una naturale propensione per la dimensione etica, relazionale, sociale e ambientale della politica e dell’economia e una loro specificità idonea a contribuire a risolvere concretamente i problemi delle nostre comunità. Con la consapevolezza  che la scarsa presenza femminile nelle istituzioni e la necessità di prevedere strumenti, che favoriscano e garantiscano la rappresentanza di genere, non possono più essere analizzate come argomenti tecnici, da tenere separati dai contenuti della politica, auspico che anche in Irpinia venga raccolta la sfida del cambiamento della cultura politica che deve tradursi nell' idea positiva della partecipazione delle donne alla sfera pubblica ed  in  regole e comportamenti chiari e lineari da parte di tutti.

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