In merito alla notizia dello smantellamento degli otto gazebo posti lungo Corso Vittorio Emanuele, smantellamento che ad oggi non è
ancora certo né nei costi né nella tempistica, interviene il deputato cittadino del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, che si dice “sconcertato di fronte ad una situazione che, se non fosse tragica, sarebbe comica”: “Contro l’installazione di quei chioschi, frutto della vision amministrativa corta e fumosa della giunta Galasso, si era già dichiarata la maggioranza dell’opinione pubblica avellinese, evidenziando, in tempi non sospetti, la scarsa funzionalità e la discutibile estetica delle strutture. La responsabilità è tutta in capo al precedente Esecutivo di Palazzo di Città che non solo ha progettato la riqualificazione del Corso scegliendo la pietra lavica senza prevedere alberatura o verde in genere ma ha anche permesso l’installazione dei gazebo con tenda annessa. Ma se la vecchia amministrazione ha la responsabilità inequivocabile di aver assunto decisioni scellerate, sventrando una città con opere pubbliche inutili o incompiute, questa attuale deve in qualche modo dare prova di discontinuità rimediando a tutto ciò e magari iniziando al più presto un percorso di normalizzazione nella gestione degli spazi pubblici da far fruire alla cittadinanza, che dovrebbe poter partecipare, quindi, nelle scelte. Ci riuscirà? Al momento purtroppo non si può che registrare un immobilismo davvero frustrante che la città non merita”.
“Resto perplesso, inoltre – continua il portavoce avellinese – di fronte alle dichiarazioni di difesa delle sue opere da parte dell’architetto Vele, vincitore del concorso di idee, il quale asserisce candidamente che non è stato capito il senso delle installazioni in quanto vere opere d’arte e che, nel momento in cui verranno rimosse, si faranno definitivamente arte perché perderanno la loro fisicità ma resteranno nella coscienza degli avellinesi. Sì, in effetti una pagina così grottesca della nostra storia cittadina sarà difficile da dimenticare così come è difficile, ma doveroso, rispondere ad una domanda: come siamo arrivati a tutto questo? Ho già detto in passato che Avellino non è alla frutta bensì all’amaro. La mia unica speranza è riposta nella meritevole e rinnovata attività investigativa del procuratore della Repubblica, Rosario Cantelmo, che con i fatti sta dimostrando di voler vedere chiaro in moltissimi lati oscuri di questa martoriata città” – conclude Sibilia.
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