L’abbraccio finale tra De Mita e Casini è di quelli simbolici. La stima che Pierferdinando nutre per il leader Udc in provincia di Avellino è nota. La stretta di mano con Giuseppe, invece, rappresenta il passaggio di testimone da un De Mita all’atro, da Ciriaco al nipote Giuseppe.
Si è conclusa così la campagna elettorale dell’Unione di Centro. Teatro Partenio Gremitissimo, solo posti in piedi.
Ma per Casini la giornata irpina è inizia incontrando gli operai irisbus preso la sede del partito. A loro ha garantito l’impegno a seguire la vertenza e a lavorare per un piano trasporti.
Poi il leader Udc si concede al bagno di folla. Parla Giuseppe De Mita, in corsa per la Camera, e bacchetta i tanti sindaci che se ne sono andati: ‘’Nel civismo – dice – ci sono troppi dilettanti e trasformisti’’.
Casini, invece, fa un breve excursus storico sull’esperienza Monti, quella che ha salvato il paese dal rischio Grecia. Critica la destra berlusconiana ma anche il centrosinistra, ostaggio della vetusta ideologia di Vendola e della Cgil. Di fronte alla crisi Pd e Pdl si sono assunti la responsabilità di sostenere Monti, poi è ritornata la nostalgia del passato.
Prima di congedarsi, Casini, tra l’ovazione del pubblico, chiede a De Mita di prendere la parola. Ottimismo, speranza e un po’ di commozione.
Il finale sembra quello di un film, ma anche di un’epoca. La sensazione è che dal 26 febbraio sarà un altro De Mita ad entrare prepotentemente sulla scena politica.
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