Dopo un lungo periodo di silenzio, il sindaco di Avellino sceglie il giorno della Festa della Repubblica per parlare della crisi al Comune capoluogo. E lo fa con un attacco polemico diretto al suo stesso partito: "Non sono in attesa di nulla", dice ai cronisti. Subito aggiungendo che prende atto "del silenzio assordante da parte del Partito Democratico", con la speranza "che questo silenzio sia da imputare alla competizione elettorale di domenica". "La prossima settimana - dice ancora Foti - sarà comunque risolutiva per verificare se ci sono segnali di esistenza del Pd".Lo sfogo del sindaco è riconducibile alla mancata risposta del Pd ai suoi appelli per un definitivo chiarimento con i consiglieri comunali del proprio partito dopo le dimissioni del capogruppo Enza Ambrosone. Più volte è di fatto slittata la riunione del direttorio provinciale con la segretaria regionale Tartaglione. Una circostanza che legittimamente ha indotto il sindaco a retropensieri circa la effettiva volontà del Pd a sostenerlo contro il dissenso interno.Certo, c'è la coincidenza delle elezioni amministrative in 31 comuni irpini e, quindi, la necessità di evitare ulteriori cadute d'immagine del partito per le vicende del capoluogo. Ma anche a questa circostanza il sindaco deve aver dato la lettura di probabili intrighi a suo danno. Da qui la sortita polemica nei confronti del proprio partito, o di alcune frange del Pd, e il messaggio a nuora perché suocera intenda. Ed infatti, quando il sindaco dice che "il voto sul bilancio sarà la verifica decisiva", altro non fa che avvertire il partito sul rischio concreto di commissariamento del Comune, con conseguenze che non potrebbero non coinvolgere direttamente il Pd. Occhio al dopo-elezioni, dunque. La prossima settimana non ci saranno più alibi per nessuno. Nemmeno per il sindaco.