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Politica

De Mita-Mancino, prove tecniche di riavvicinamento

I due big della politica irpina si scrutano a distanza

Tiene banco il dibattito sulle future alleanze e sulle intse istituzionali

De Mita-Mancino

Il tormentone, questa volta, è partito prima del solito. Alle elezioni politiche, sulla carta, manca più di anno, ma in Irpinia già si parla di alleanze.
Il dibattito coinvolge sempre loro: Pd e Udc. Un rapporto di odio e amore da quando De Mita ha lasciato la casa democratica per collocarsi sotto le insegne scudocrociate di Casini.
In questi giorni si sono susseguite interviste e dichiarazioni: protagonisti principali De Mita e Mancino.
Vogliono, più o meno, la stessa cosa. Le distanze restano, ma non si può negare che tra i due ci sia un riavvicinamento e una ripresa del dialogo, seppure a distanza. C’è chi addirittura vocifera di un corteggiamento di De Mita nei confronti dell’ex vicepresidente del Csm.
De Mita predica l’intesa istituzionale, una nuova stagione costituente tra tutti i partiti contro la crisi. Mancino, invece, ritiene obbligata la strada di un’alleanza tra il Pd e il Terzo Polo.
Facile a dirsi difficile a farsi. Al di là delle dichiarazioni, nessuno è disposto a concedere porzioni di potere.
Vale per l’Udc a Palazzo Santa Lucia e a Palazzo Caracciolo, vale per il Pd al comune di Avellino.
Nel frattempo l’ipotesi di una intesa tra centristi e democratici è stata già bocciata da Italia dei Valori e dalla sinistra.
Possibilisti, invece, sono Rosetta D’Amelio e Luigi Anzalone. Mentre scettico si mostra Enzo Venezia, che condanna la politica dei due forni.
La sensazione è quella di un dibattito già sentito, con posizione già note. Certo, un dialogo è stato avviato. Il clima politico, nel Paese, è cambiato: la possibilità che Udc e Pd diventino alleati è concreta, ma è una partita che si gioca a Roma e non in Irpinia. Qui se ne gioca un'altra: quella che potrebbe portare a rivedere dalla stessa parte della barricata, come ai vecchi tempi, il leader di Nusco e quello di Montefalcione.

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