''Elezioni Europee, come ti riciclo il desaparecido''. Il titolo dell'Espresso on-line è eloquente. Ancora di più il sottotitolo: ''Scajola e Mastella ma anche D’Alema, Di Pietro e perfino De Mita. Sono solo alcuni dei “gattopardi” pronti a correre alle elezioni di maggio. Tutti in pista per un ultimo giro di giostra. E uno stipendio da 18 mila euro al mese''. ''Perfino De Mita'' afferma la rivista, all'Espresso non possono evidentemente sapere quale sia ancora l'influenza dell'ex presidente del Consiglio in questa parte d'Italia. L'articolo prosegue con ironia e sagacia. E quando si arriva a parlare di De Mita, il settimanale scrive: ''Alla veneranda età di 86 anni non pare intenzionato a rinunciare allo scranno nemmeno Ciriaco De Mita, entrato in Parlamento oltre mezzo secolo fa (era il 1963) e pure lui eurodeputato uscente. Basta ricordare che nel 2008 disse addio al Pd perché Walter Veltroni non lo voleva candidare al Senato. L’ex segretario Dc ci mise un attimo: un colpo di telefono a Pier Ferdinando Casini e subito ottenne un posto in lista. Non venne eletto ma l’anno dopo finì a Strasburgo con 56 mila preferenze. Adesso, in rotta con l’Udc, girano voci che sia intenzionato a tornare nel Pd. O magari finire nel listone centrista, purché venga candidato. In caso contrario, non è escluso che dopo aver piazzato il nipote Giuseppe (consigliere regionale in Campania e poi deputato), stavolta possa essere la volta della figlia Antonia. Sempre sfruttando la forza che il “brand” De Mita ancora riscuote in Irpinia''. In verità, c'è da precisare, che Giuseppe non è mai stato eletto consigliere regionale, bensì nominato vicepresidente della giunta regionale.
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