Il giorno 9 novembre si è riunita la Direzione Federale dei Comunisti Italiani. Nel dibattito sono stati affrontati diversi temi:
• la difficile fase politica che ci riporta alla necessità di salvaguardare i principi fondanti della Costituzione, cominciando a chiederne la piena applicazione. Sappiamo che affinché ciò accada serve che la sinistra si unisca per il rafforzamento del mondo democratico e antifascista;
• la grave crisi economica e sociale che vede coinvolti in particolar modo le lavoratrici ed i lavoratori, quali punto terminale di una crisi più ampia che risparmia solo le classi agiate. Piena è stata poi la solidarietà della Direzione Federale ai lavoratori idraulico-forestali della Comunità montata Irno-Solofrana che in questi giorni stanno protestando per il mancato pagamento di diciassette mensilità da parte della Regione;
• le vertenze ambientali che colpiscono l’Irpinia, dall’isochimica alle trivellazioni, dalla questione solofrana e all’inquinamento di mercurio in Valle Caudina.
Nella stessa riunione la Direzione Federale ha esaminato la crisi che avvolge l'Irpinia e la Campania, in cui la recessione è anche la scusa per smantellare il welfare, i servizi, la sanità e l'istruzione.
I dati sulla disoccupazione sono drammatici, un'intera generazione di giovani è fuori dal mondo del lavoro e oltre 3,2 milioni di donne e uomini sono oggi disoccupati. In Campania il tasso dei disoccupati adulti resta alto: ciò comporterà – se non ci saranno inversioni di tendenza – l’espulsione dal mercato del lavoro di due generazioni. Questa condizione apre al rischio del deserto demografico, quindi l'abbandono dei territori e la fuga dei cervelli.
Il Sud e l’Irpinia hanno urgente bisogno di un piano per la difesa del suolo e per il rischio sismico, d’interventi per la riqualificazione paesaggistica, ambientale e dei centri storici, di valorizzare le produzioni agricole tipiche, di rilanciare le imprese artigianali e gli antichi mestieri radicati nel territorio, di dare impulso ai beni culturali ed al patrimonio archeologico, di sviluppare la produzione di energia da fonti rinnovabili, di promuovere uno sviluppo del turismo fondato sulle risorse del territorio. La questione del lavoro trova anche risposte positive se le piccole imprese artigianali e industriali hanno la possibilità di competere attraverso la realizzazione e l’ammodernamento d’infrastrutture, di snodi e piattaforme logistiche che incentivino le attività economiche.
Per realizzare questa nuova rinascita serve infine una lotta più incisiva alla criminalità organizzata, senza tralasciare l’antimafia sociale e culturale, lo sviluppo occupazionale e la lotta alla povertà.
• la difficile fase politica che ci riporta alla necessità di salvaguardare i principi fondanti della Costituzione, cominciando a chiederne la piena applicazione. Sappiamo che affinché ciò accada serve che la sinistra si unisca per il rafforzamento del mondo democratico e antifascista;
• la grave crisi economica e sociale che vede coinvolti in particolar modo le lavoratrici ed i lavoratori, quali punto terminale di una crisi più ampia che risparmia solo le classi agiate. Piena è stata poi la solidarietà della Direzione Federale ai lavoratori idraulico-forestali della Comunità montata Irno-Solofrana che in questi giorni stanno protestando per il mancato pagamento di diciassette mensilità da parte della Regione;
• le vertenze ambientali che colpiscono l’Irpinia, dall’isochimica alle trivellazioni, dalla questione solofrana e all’inquinamento di mercurio in Valle Caudina.
Nella stessa riunione la Direzione Federale ha esaminato la crisi che avvolge l'Irpinia e la Campania, in cui la recessione è anche la scusa per smantellare il welfare, i servizi, la sanità e l'istruzione.
I dati sulla disoccupazione sono drammatici, un'intera generazione di giovani è fuori dal mondo del lavoro e oltre 3,2 milioni di donne e uomini sono oggi disoccupati. In Campania il tasso dei disoccupati adulti resta alto: ciò comporterà – se non ci saranno inversioni di tendenza – l’espulsione dal mercato del lavoro di due generazioni. Questa condizione apre al rischio del deserto demografico, quindi l'abbandono dei territori e la fuga dei cervelli.
Il Sud e l’Irpinia hanno urgente bisogno di un piano per la difesa del suolo e per il rischio sismico, d’interventi per la riqualificazione paesaggistica, ambientale e dei centri storici, di valorizzare le produzioni agricole tipiche, di rilanciare le imprese artigianali e gli antichi mestieri radicati nel territorio, di dare impulso ai beni culturali ed al patrimonio archeologico, di sviluppare la produzione di energia da fonti rinnovabili, di promuovere uno sviluppo del turismo fondato sulle risorse del territorio. La questione del lavoro trova anche risposte positive se le piccole imprese artigianali e industriali hanno la possibilità di competere attraverso la realizzazione e l’ammodernamento d’infrastrutture, di snodi e piattaforme logistiche che incentivino le attività economiche.
Per realizzare questa nuova rinascita serve infine una lotta più incisiva alla criminalità organizzata, senza tralasciare l’antimafia sociale e culturale, lo sviluppo occupazionale e la lotta alla povertà.
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