L’ufficialità è arrivata con una conferenza stampa convocata d’urgenza. Sibilia lascia la guida dell’esecutivo di Palazzo Caracciolo per candidarsi al senato della Repubblica in quota Pdl. La decisione giunge all’indomani dell’approvazione di Palazzo Madama del decreto che prevede l’incandidabilità per chi ricopra il ruolo di presidente di Provincia. Ora Sibilia ha venti giorni per ritirare le dimissioni, cosa che accadrà se la sua presenza in lista non dovesse essere confermata. Il presidente uscente ha affermato di aver voluto mantenere l’incarico fino all’ultimo giorno possibile per difendere l’ente, anche rischiando di non essere più nella condizione di candidarsi.
Dunque, il dado è tratto. Nell’incontro con i giornalisti Sibilia ha tracciato un breve bilancio dell’esperienza della sua esperienza di governo. Anni difficili. Anni di emergenze, come quella dei rifiuti e come quelle che hanno visto cadere, una dietro l’altra, tante aziende sotto i colpi della crisi. Nonostante la congiuntura sfavorevole, per Sibilia il bilancio è positivo. I conti sono stati tenuti in ordine, mentre sul fronte rifiuti la provincia è riuscita ad essere autosufficiente, impedendo la costruzione di una discarica sul Formicoso, e dando vita alla società Irpiniambiente.
Da sottolineare anche l’impegno sul patto per lo sviluppo e l’attenzione data a grandi progetti infrastrutturali come l’alta capacità e banda larga.
Sibilia si è contraddistinto anche per essersi messo spesso alla testa di manifestazioni popolari, come quella che portò migliaia di irpini a Napoli contro i tagli alla sanità. Non sono mancate certamente le polemiche, i rapporti conflittuali con alcuni gruppi della maggioranza. Oggi però si cambia registro. Sibilia lascia, ma la provincia non si scioglie. Nei prossimi giorni verrà avviata la procedura di decadenza. Al suo posto adesso c’è, non il vice Sirignano, ma l’attuale assessore all’agricoltura Raffaele Coppola, un tecnico comunque vicino a Sibilia, nominato già questa mattina vicepresidente anche con l’accordo dell’Udc.
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