Quel ''che fai mi cacci?'' pronunciato all’indirizzo del Cavaliere davanti ad un’attonita assemblea nazionale del Pdl, è passato alla storia. A qualche anno di distanza è tempo di riflessione e, perché no, di autocritica. Gianfranco Fini non si sottrae. E nel suo libro, come seduto sul letto dell’analista, racconta ‘’Il Ventennio’’ che lo ha visto protagonista nell’alleanza con Berlusconi. L’ex presidente della Camera non fa sconti nemmeno a se stesso. ‘’L’errore più grande è stato sciogliere Alleanza nazionale dentro il Popolo della Libertà. Da quel momento Berlusconi anziché governare il partito si è messo a comandare’’. Fini ripercorre le fasi più tese del rapporto con il Cavaliere: lo scontro su Tremonti che negava la crisi e quello sulle leggi ad personam che la destra non poteva accettare. Poi bolla come un fallimento l’alleanza alle ultime politiche con l’Udc e Scelta Civica, che ha lasciato Futuro e Libertà senza rappresentanza. La sala è gremita, segno che sono i tanti a vedere in Fini ancora un politico di razza. Lui però dice che al momento è fuori dai giochi: ‘’Sono stato 30 anni in Parlamento e non ho nostalgia di tornarci’’. Nel suo futuro c’è l’associazione ‘’liberadestra’’, progetto che intende creare uno spazio di discussione e analisi.
Con i giornalisti Fini si sofferma a parlare anche dell’Irpinia.
Da registrare la contestazione messa in scena dal Movimento Azione Sociale e da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale fuori dal circolo della stampa: striscioni e bandiere per dire che fini è finito e che ha tradito la vera destra. La riposta dell’ex presidente della Camera è lapidaria.
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