Alla fine l'intesa è stata trovata. Decisivo l'ultimo vertice tenuto a Roma, al Nazareno, quartier generale del Pd. Al congresso provinciale di fine marzo i dem si presenteranno con un solo candidato, Nello Pizza, e una sola lista con dentro tutte le anime del partito. L'intesa arriva all'indomani della clamorosa decisione di stracciare le tessere del sindaco di Avellino Festa e dei suoi 17 consiglieri comunali, colpevoli, statuto alla mano, di essersi candidati, nelle ultime tornate elettorali, in liste diverse dal Pd, contro il Pd, e di aver sostenuto avversari del Pd. A Roma, attorno allo stesso tavolo, tutti i capicorrente e i membri irpini della direzione nazionale. Presente anche Livio Petitto, consigliere regionale ora in forza alla lista Davvero-Animalista, ma in procinto di aderire al gruppo Dem. L'accordo certifica, dunque, anche la rottura dell'asse che ha conquistato e governato la città capoluogo. De Caro e Petitto, di fatto, abbandonano Festa al suo destino e rientrano a pieno titolo nel Pd, ottenendo la presidenza del Partito, con Gerardo Capodilupo, circa il 40% dell'assemblea provinciale e, presumibilmente, dei membri della futura segreteria.  

Al sindaco di Avellino, messo alla porta dai dem, non resta che l'alleato Angelo Antonio D'Agostino, con il quale provare a costruire le premesse per un eventuale secondo mandato. Dopo anni di commissariamenti, di congressi convocati e rinviati, di querelle legali e politiche, il Pd dunque prova a mettere da parte i dissidi interni.