Di seguito l’intervento della Consigliera Regionale PD Rosetta D’Amelio, a margine del delicato incontro di stamattina presso il Centro Australiano.
«Come ha sottolineato il neo sindaco Paolo Foti nonché il direttore generale dell’Asl Sergio Florio, è necessario, per il bene di tutti, trovare un equilibrio tra le parti. Da un lato la volontà, da parte della dirigenza, di riorganizzare l’azienda sanitaria irpina anche in un’ottica moderna che miri a consolidare l’eccellenza raggiunta da questo polo negli ultimi anni, dall’altro l’esigenza di quei pazienti che, quotidianamente o quasi, accedono ai servizi offerti dal Centro Australiano e hanno difficoltà a spostarsi in altri luoghi. A mio parere, ci sono tutti i presupposti per trovare una soluzione idonea che guardi all’esigenza di una provincia intera, anche per rispetto di chi viene da molto lontano. Premesse queste cose – ha sottolineato la Consigliera D’Amelio – è giusto dividere i luoghi di riabilitazione dei più piccoli con quella degli adulti: solo così le nostre eccellenze potranno uscire fuori e dare il massimo in qualità di assistenza e servizi. La priorità è dunque la riorganizzazione di competenze, risorse e programmi, finalizzata alla collaborazione positiva tra la sfera sociale e quella sanitaria senza accavallamenti né distanze. L’appello che rivolgo al direttore Florio è quello di convocare una riunione con i sindaci di Avellino, Sant’Angelo dei Lombardi ed Ariano Irpino per fare il punto della situazione sui centri disponibili e sui vari percorsi riabilitativi; la faccenda va affrontata su tutti i livelli. In ambito regionale, con l’approvazione dell’ultima finanziaria, abbiamo perso la nostra battaglia ma la partita è ancora aperta. Le nostre richieste sono essenzialmente due: quella di avere più soldi destinati al fondo sociale (quest’anno solo 17 milioni su base regionale) e quella di ottenere le risorse finanziarie in base ai bilanci annuali delle aziende sanitarie, andando a premiare le Asl virtuose, e non mettendo tutti sullo stesso livello senza un criterio meritocratico».
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