Il deputato di Scelta Civica, Angelo D'Agostino, con una missiva indirizzata al Ministro Zanonato, ha posto all'attenzione del Governo centrale la spinosa questione della chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri, che peraltro ieri ha modificato il marchio in Iveco Bus. Anche alla luce di questa modifica e delle prime indiscrezioni filtrate dagli ambienti della Casa torinese, D'Agostino ha ravvisato la necessità che vengano accelerati i tempi di convocazione dei vertici aziendali da parte del Governo. Il parlamentare, che nei giorni scorsi ha proposto alla deputazione irpina la sottoscrizione di una mozione unitaria, punta ad ottenere dal Ministro un impegno diretto per convocare nuovamente un tavolo con la Fiat per guidare la cessione dello stabilimento ad un altro acquirente del settore, mantenendo fermo il principio che la Irisbus debba continuare a produrre autobus, anche alla luce delle indicazioni normative provenienti dall'Unione Europea che impongono il rinnovo dei mezzi circolanti. La cosiddetta Norma Euro VI, - si legge nella missiva - voluta dalle Istituzioni europee, prevede che con la sua entrata in vigore le emissioni di ossidi di azoto prodotte da veicoli a motore diesel debbano essere ridotte in misura considerevole. Nelle intenzioni dell'Unione Europea, gli standard tecnici fissati dovranno avere un impatto positivo non solo sull'ambiente e sulla salute ma anche sull'industria automobilistica europea, che dovrà produrre camion e autobus più facilmente esportabili. E' paradossale sottolinea D'Agostino - che alla luce delle disposizioni indicate, in vigore dal 31 gennaio del 2012, i Governi del nostro Paese si siano limitati a prendere atto della volontà della Fiat di chiudere lo stabilimento Irisbus di Flumeri, l'unico in Italia capace di produrre autobus a basso impatto ambientale, e quindi in linea con le nuove disposizioni comunitarie e con i parametri in esse fissati. Una decisione irragionevole - rimarca il parlamentare - se valutata alla luce di uno studio piuttosto recente, effettuato dalle regioni, secondo il quale solo un veicolo su quattro di quelli circolanti rispetta le norme antinquinamento. Una condizione, questa, che espone il nostro Paese all'applicazione di cospicue sanzioni per le infrazioni determinate dal mancato rispetto dei regolamenti comunitari. E' evidente, invece, che Irisbus potrebbe essere elemento fondamentale e strategico nel contesto del varo di un Piano di nazionale per la mobilità sostenibile che, d'altronde, è non più rinviabile alla luce dei dati suindicati e dell'obbligo di rispettare le normative comunitarie.
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